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"finora i filosofi hanno interpretato il mondo si tratta ora di mutarlo."
(Karl Marx: 11ma tesi su feuerbach).
E' una delle frasi fondamentali nella formazione di generazioni di comunisti e di libertari nel ventesimo secolo.

Ad un certo punto però, attraverso la riflessione l'analisi e la comprensione dei dispositivi tecno-sociali del semiocapitalismo, cominciamo a renderci conto che l'irreversibilità diviene il carattere decisivo dei processi che stanno al cuore della riproduzione biologica e psichica della società. Interpretando il mondo scopriamo che non si può più mutarlo.

Di fronte alla prospettiva dell'irreversibilità il pensiero attivistico entra in una fase di profonda depressione. Ma la depressione non é una malattia più o meno vergognosa, bensì una forma di conoscenza. Non dobbiamo guarire dalla depressione, dobbiamo far tesoro di ciò che essa ci insegna, e poi non fermarci a ciò che abbiamo imparato. Né rimuoverla, né fissarla incantati, la depressione. Ma attraversarla.

Come riattivare la conoscenza, come sottrarre la conoscenza al suo destino di inazione? Forse occorre modificare la direzione dell'azione: non più la trasformazione del mondo, ma la sottrazione dei corpi, della corporeità sociale come intelligenza collettiva non disgiunta dalla sensibilità.

Come si concepisce, come si dispiega il movimento di attiva sottrazione della corporeità dal destino cui il capitale ha incatenato il pianeta?





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