BRAVO!!!  sono d'accordo... e si veda la Regola delle "10 P", così tradotta: 
Prima Pensare, Poi Parlare; Perché Parole Poco Pensate Portano Pena... è tutto 
in assoluto (si trova tranquillamente in Rete).    Romano B. (uno che a suo 
tempo è stato bannato e che, dopo aver scontato la pena - di 1 settimana - ed 
essersi reso conto della violazione commessa, ha chiesto scusa agli ADMIN e ha 
cercato di negoziare la riconciliazione bilaterale: questa, a mio avviso, 
dovrebbe essere la strada per risolvere civilmente e in tutta serenità ogni 
controversia, usando l'opzione della DISCUSSIONE... non val la pena rendersi 
amara l'esistenza per un eccesso di protagonismo e di superbia).

> 
>     Il 8 aprile 2018 alle 17.56 Luca Martinelli <martinellil...@gmail.com> ha 
> scritto:
> 
>     Il 8 aprile 2018 11:10, Federico Leva (Nemo) <nemow...@gmail.com> ha 
> scritto:
> 
>         > > 
> >         Possiamo cavillare per anni, ma se scrivi la parola "fascista" non
> >         sorprenderti che il resto passi in secondo piano.
> > 
> >         Non so da te, ma dalle mie parti l'ultima volta che due amici 
> > stavano
> >         discutendo animatamente e uno ha dato del fascista all'altro è quasi
> >         scattata la rissa. Non si sono piú parlati nei dieci anni 
> > successivi. Che
> >         saranno mai 7 giorni di pausa di riflessione?
> > 
> >     > 
>     Ecco.
> 
>     Aggiungo pure che c'è una cosa che tendiamo a sottovalutare nello
>     scrivere cose controverse su Wikipedia che poi portano,
>     incontrovertibilmente, a un blocco: il fatto che, appunto, queste cose
>     le *scriviamo*.
> 
>     Io capisco farsi prendere dall'incazzatura e dire delle cose che non
>     stanno né in cielo, né in terra. Lo capisco davvero, perché capita
>     anche a me. Però, esiste una differenza fra dirle *a voce* e dirle
>     *per iscritto*: nel primo caso, è vero che "voce dal sen fuggita poi
>     richiamar non vale", ma in un contesto di toni accesi può essere anche
>     comprensibile un lapsus dicendi (giustificabile no, ma comprensibile
>     sì); nel secondo caso, lo scrivente ha tutto il tempo di riflettere,
>     rivedere e rileggere il testo prima di mandarlo - anzi, ha tutto il
>     tempo perfino di decidere SE mandarlo oppure no, di alzarsi dal
>     tavolo, farsi una passeggiata e tornare dopo una mezz'ora, magari dopo
>     aver sbollentato la rabbia, oppure di reagire sul momento come capita.
>     Per farti un esempio, questa mail l'ho riscritta in corso d'opera
>     almeno una decina di volte e l'ho mandata dopo averla riletta per bene
>     varie volte, perché non voglio dare adito a fraintendimenti su quello
>     che penso.
> 
>     Mi dispiace, ma parlare di "atti (scusate il paragone) un po' troppo
>     fascisti da parte degli amministratori" è *inequivocabilmente*
>     un'accusa agli amministratori di essersi comportati in maniera "un po'
>     troppo fascista". E no, non vale la giustificazione che stavi parlando
>     degli atti e non di chi li ha compiuti, perché questa è una
>     giustificazione di comodo, che tende a sottovalutare la pesantezza
>     dell'accusa che hai rivolto. A maggior ragione ancora più pesante
>     perché fatta per iscritto, ossia in un contesto dove hai tutto il
>     tempo del mondo per riflettere bene su quale termine utilizzare e
>     quale no.
> 
>     In altri termini, hai scelto volutamente e liberamente di utilizzare
>     un termine fortemente connotato, vedi tu se non ti si deve dare un
>     blocco di una settimana per attacchi personali, arrivati a questo
>     punto.
> 
>     Per il futuro, ti consiglio con affetto di misurare con attenzione le
>     parole, perché ogni parola ha un peso e un effetto ben preciso. Hai
>     pienamente diritto di esprimere il tuo dissenso verso qualunque cosa,
>     ci mancherebbe altro, ma ricordati sempre di intervenire "sulla palla,
>     mai sul giocatore" e che, soprattutto, non sei tu a essere il giudice
>     dell'offesa percepita, ma chi ti sta ad ascoltare o leggere.
> 
>     Ciao.
> 
>     L.
> 
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