On Wed, 19 Nov 2003, 22:36, pwd9148 wrote: > Rivendico il diritto ad usare winzoz e a non spendere > nemmeno un minuto per imparare linux, e a parlarne lo > stesso, proprio perche' ne faccio una questione politica e > non etica. O dovrei vantarmi di essere stato obbligato a > imparare linux, C, Perl, html etc da una zozzissima > universita' svizzera (v. "nuova catena di montaggio")?
voglio citare solo la tua conclusione perche' mi pare un ottimo punto di partenza, ma mi piacerebbe poter condurre una discussione del genere dal vivo, magari pubblicamente. non posso condividere la distinzione che fai nel dare un giudizio sui fini e sui mezzi. mi spiego meglio: il computer non e' uno strumento di lavoro come un altro, non e' un tornio piu' elaborato che ti permette di fare viti eptaedrali. il computer e' importante per "il lavoratore" di oggi come lo era l'alfabetizzazione per il lavoratore di inizio novecento, quando non era scontato che tutti sapessero leggere e scrivere. oggi, purtroppo, non e' scontato che un "lavoratore" (continuo a chiamarlo cosi', ma spero siamo d'accordo su cosa intendiamo se lo usiamo in contraddizione a "consumatore") abbia quel minimo di alfabetizzaione informatica che gli permetta di capire che succede, di appropriarsi dei mezzi di produzione del sapere contemporanei, di usarli come mezzo di "liberazione" e per costruire il famoso "altro mondo". tutti coloro che hanno un computer lo hanno probabilmente comprato con windows dentro, non hanno scelto. windows non e' piu' facile, e' solo venuto prima nell'esperienza di molti. questo lo rende in apparenza piu' familiare come strumento e fa si' che molti, anche nel movimento, ritengano che se il "fine" lo giustifica (per esempio devo preparare un volantino per una assemblea) ogni mezzo e' ugualmente valido (word per esempio). non e' cosi'. questo atteggiamento e' assurdo come come quello del tizio del black bloc (in un recente post su indy) che sfascia le vetrine delle banche munito di scarpe adidas e col felpone nike. disimparare windows e imparare quel minimo di informatica che serve a usare un computer davvero, anche solo per mail internet e file di testo, puo' essere faticoso, ma e' una fatica che si deve fare se si vuole girare per l'europa predicando che "un altro mondo e' possibile". non puoi parlare per l'abbattimento del debito e investire i dieci milioni che c'hai in banca in bot argentini, non puoi fare l'obiettore di coscienza e fare i giochi di guerra dal vivo, non puoi essere per la liberta' di parola e sostenere che l'ultimo libro della fallaci va censurato. c'e' una tendenza, questa si' snobistica, a ritenere la questione open source una questione da nerd. la liberazione dei saperi passa necessariamente attraverso la liberazione dei mezzi per produrli. e questi, pwd, qui e oggi si chiamano computer, non ci sono cazzi che tengano. tutta l'economia e gran parte della politica corrono sui fili delle dorsali transoceaniche, in forma di bit. ora, o il movimento si pone come obiettivo quello di padroneggiare questi mezzi e di poter intervenire nella loro gestione e produzione e disponibilita', o non ha nessuna speranza di vincere nessuna battaglia, almeno nel mondo occidentale. non si risolve la fame del mondo regalando i computer all'angola (come fa gates), ma manco si interviene sul futuro dell'europa coi ciclostilati. non sto dicendo che voglio vedere franco bifo berardi a passare le notti in bianco per capire come spedire una mail, credo pero' che chiedere a chi anima un Laboratorio Autonomo di Epistemologia e Ricerca di porsi il problema non sia eccessivo. quella dell'open source non puo' essere una battaglia da nerd, deve essere una battaglia di tutti. e se parli contro le grandi multinazionali e a favore del commercio equo e solidale, non puoi andare a mangiare al mcdonald e cavartela dicendo che hai cose "piu' utili, belle, "compagne" o divertenti" da fare che non cercare di non dare alimento ai mali che a parole dici di voler combattere. non puoi parlare di liberazione del sapere se non combatti windows e il monopolio informatico, nei fatti non solo a parole. tu dici che > Non ci sara' MAI un movimento politico contro la > proprieta' intellettuale completamente convertito a free > software etc, perche' i diritti del lavoro immateriale > riguardano anche quelli che non usano il pc e invece io credo che il movimento politico DEVE essere completamente convertito a free software come credo che il movimento non debba usare agenzie di sicurezza private che lanciano gas urticanti sui partecipanti ai social forum, perche' il fine non giustifica i mezzi. secondo me, pwd, non hai il diritto di usare windows. forse franco berardi si', ma tu no. _______________________________________________ www.e-laser.org [EMAIL PROTECTED]