On Thu, 20 Nov 2003, 14:04, mauro wrote: > Perfetto! Allora aspetto che qualche fisico scriva qualcosa. > Ma come funziona? che e' questo acceleratore? Ha qualcosa a vedere con > Sellafield? Perche' gli spagnoli (poveri piu' di noi) ce l'hanno e noi > no? In USa, Francia, lo usano? A che serve? >
quel che segue e' tratto da una illustrazione del progetto, non mi sembra cosi' tecnico da risultare incomprensibile. non so a cosa si riferisse simone ma credo che questo sistema non sia attualmente in uso da nessuna parte del mondo. ci sono dei prototipi: Gli acceleratori ad alta intensità sono in grado di accelerare alte correnti di protoni (decine di milliampere) fino a circa 1 GeV consentendo a produzione di una grande quantità di neutroni. Facendo collidere un fascio con queste caratteristiche contro un bersaglio spesso (per esempio di metallo liquido) ogni protone produce in media 30 neutroni. Questo complicato processo a valanga viene chiamato spallazione (in inglese spallation). Una applicazione dei neutroni prodotti per spallazione è legata all'utilizzo sicuro e con minimo impatto ambientale dell'energia nucleare. L'idea dell'Amplificatore di Energia dovuta a Carlo Rubbia prevede l'utilizzo dell'energia derivante dalla fissione eliminando la possibilità anche teorica di una reazione incontrollata. In un reattore sottocritico il materiale fissile e gli assorbitori di neutroni sono in una configurazione tale che in ogni istante i neutroni prodotti e disponibili per nuove fissioni sono meno di quelli assorbiti (dalla reazione di fissione e dagli assorbitori), per cui la reazione a catena, lasciata a se stessa, andrebbe a morire. La reazione viene invece mantenuta tramite una sorgente esterna di neutroni, prodotti da un acceleratore a protoni con il processo di spallazione. In questo modo l'energia del fascio di protoni viene "amplificata" nell'energia termica generata dal reattore, ed un acceleratore con una corrente di fascio di circa 30 milliampere potrebbe produrre circa 1000 Megawatt di potenza termica. Dal punto di vista della sicurezza il vantaggio rispetto ad un reattore tradizionale o critico è che l'interruzione del fascio può in ogni istante determinare lo spegnimento del reattore. Una configurazione di questo tipo (acceleratore più reattore sottocritico) ha una seconda applicazione senza dubbio non meno rilevante, ossia la possibilità di riprocessare i residui a lunga vita media di un reattore convenzionale per diminuirne sostanzialmente la radiotossicità. Questo processo, detto trasmutazione delle scorie, richiede dei grossi flussi di neutroni e può quindi essere convenientemente attuato in un reattore sottocritico pilotato da un acceleratore. Studi in questo campo sono perseguiti in molte parti del mondo. In particolare in Italia l'INFN e l'ENEA, con il programma TRASCO (trasmutazione scorie), stanno costruendo prototipi delle parti critiche ripettivamente dell'acceleratore e del reattore sottocritico. da: http://www.unipd.it/ammi/notiziario/giugno2001/fortuna_pisent.html _______________________________________________ www.e-laser.org [EMAIL PROTECTED]