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se fossimo americani......
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no, non credo che il riferimento alla Costituzione americana sia illuminante.
I giorni dall' 8 all' 11 ottobre 2002 sono i "giorni dell'infamia". La
Costituzione degli Stati Uniti d'America, con l'autorizzazione ad attaccare
unilateralmente l'Iraq, è stata deliberatamente attaccata.
Joe Horn, membro di una organizzazione americana "Second Amendment Police
Department" ha dichiarato: "Penso che le Nazioni Unite abbiano bisogno di
uno psichiatra. Sono un anacronismo del sogno libidinoso di una dominazione
mondiale di marca socialista, vecchio di 52 anni. Gli Stati Uniti si
riservano il diritto di rifornire di armi i nemici dei loro nemici. I
cittadini che non hanno il diritto all'auto-difesa armata e alla resistenza
contro la tirannide, non hanno alcun diritto".
Tutto questo si inseriva in una offensiva per ottenere l'uso libero delle
armi nella polizia e nella società civile, delineando una loro alleanza.
La Costituzione Italiana.
L'utilizzo delle forze armate come forze di polizia internazionale ha già
influito sull'art. 11 della Costituzione. La militarizzazione indiretta di
alcuni organismi di polizia ha inciso sull'art. 109 della Costituzione.
Vi è una interpretazione della Costituzione che consente, in condizione di
parità con altri Stati, alle "limitazioni di sovranità", in sostanza
l'impianto che riguarda l' "Europa degli eserciti" e la NATO.
Forse bisognerebbe porre più attenzione alla correlazione fra Costituzione
e obiettivi della politica di sicurezza italiana, fra gli interessi
nazionali e quelli collettivi.
E non arrivare all'attimo della guerra, una guerra per professionisti e
volontari, solo per dimostrare una forza o una volontà basata sul
sentimento morale, ma poco efficace. (se l'obiettivo è fermare le guerre).
Volontà popolare.
Per Rosseau l'impegno etico dovrebbe identificarsi con quello politico, ma
dov'è il fine comune?
Il predominio della volontà in Rousseau viene posta come base della libertà
e della capacità normativa.
Ciò che sopravvive nel rapporto fra individuo e Stato è l'obbedienza.
Diritto all'insurrezione,nel caso che il Governo o Presidente tradissero il
popolo: è un linguaggio demagogico.
I diritti che dovremmo mettere in discusione sono quelli fra una democrazia
formale e materiale. E allora poniamo il problema sul terreno dei rapporti
sociali ed economici.
Insurrezione, strategia e tattica.
Di quale insurrezione parli, quella della massa degli sfruttati contro il
potere?
O una insurrezione (popolare) contro la guerra? Non credo sia possibile.
Se poni un problema di tattica e strategia, devi indicare anche cosa c'è
prima, durante e dopo la guerra.
Rosa Luxemburg nel suo discorso contro il militarismo, la guerra e classe
operaia, poneva l'alleanza fra i lavoratori e i soldati con queste parole:
"E' alla massa degli uomini e delle donne che lavorano, vecchi e giovani,
che spetta decidere circa l'essere o non essere del militarismo attuale,
non a quella piccola particella di questo popolo che sta nel cosiddetto
abito del re".
Passerà gli anni della guerra fondamentalmente in carcere, verrà uccisa.
Da nessun aeroporto devono partire aerei da combattimento: mi pare che di
portaerei sia già pieno il Golfo. La loro è una tattica e strategia
ragionata, e con opzioni diverse per ciò che potrebbe accadere.
L'occupazione delle fabbriche di armi? Con o senza lavoratori?
I lavoratori delle fabbriche d'armi scenderanno in piazza per lo sciopero
generale che è stato già deciso in caso di attacco.
Pensare a forme di sciopero articolati e prolungati nel tempo mi pare la
sola azione che abbia un senso.
Lo sciopero generale di cittadinanza.
Sono d'accordo con la preoccupazione di un pericolo che si fa sempre più
grave a causa di questa guerra.
Ma non porrei la discussione nella solita, ormai solo nociva
dicotomia violenza e non violenza, il rifiuto della guerra non può essere
posto su questo terreno, dimostreremo solo di aver sbagliato il campo di
battaglia.
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