Il giorno 23 febbraio 2018 14:48, Alessandro <ale_z...@libero.it> ha
scritto:

> Quando l’articolo affronta il primo tema della contrarietà di permettere a
> chiunque e senza limiti di accedere alle risorse di osm.org vorrei
> ricordare un periodo di rallentamento del sito dovuto al boom di alcune app
> che utilizzavano le tiles osm on line. Proprio in quel periodo furono
> redatte le linee guida che si leggono ancora oggi sul giusto (fair)
> utilizzo delle risorse osm. E se togliessimo ogni limite accetteremmo che
> la risposta dei server fosse molto più lenta? E così come noi farebbero
> anche le altre persone che fruiscono solo di mappe e servizi OSM?
>

È stata valutata la possibilità di sfruttare le nuove tecnologie di
distributed computing? AWS, Google Cloud o Microsoft Azure permettono di
scalare il servizio necessario in maniera facile, veloce, e abbastanza
economica (soprattutto evitando lo spreco: se oggi mi servono 50 TB di
trasferimento e domani 90, non ho bisogno di pagare 100 TB per due giorni).
Certo, richiede che il software sia scritto in un certo modo, e
probabilmente nel 2009 non era stato fatto così.

Non entro nel merito del potenziale conflitto d’interessi anche se
> personalmente sorrido quando si pongono certi problemi ragionando sull’oggi
> senza pensare che il mercato dell’informazione geografica sta avendo e avrà
> una crescita esponenziale, quindi ritengo che per diversi anni ci sarà
> posto per tutti.
> Sulla bizzarria del limitare l’accesso a chi utilizza più del 5% delle
> risorse vale lo stesso ragionamento espresso sopra: apriamo tutto e ci
> accontentiamo di vedere il tutto rallentato?
>

La bizzarria di cui si parla non sta tanto nel limite (cosa buona e giusta,
e praticata da chiunque offra un servizio), quanto nella definizione
assurda. Perché non si può dire "massimo X tile al giorno", o "massimo Y MB
al giorno"?

Personalmente la moderazione la vedo come un rallentare i contributi.
> Recentemente OSM a Genova ha acquisito un ottimo ed esperto contributore
> che era stufo di aspettare settimane per vedere i propri contributi
> accettati da una mappa proprietaria a cui contribuiva. Posso essere
> d’accordo sullo studiare un sistema per alcune caratteristiche (leggasi
> linee di costa o confini) ma, almeno allo stato attuale una moderazione per
> qualsiasi contributo la vedo molto male.
>

Però si potrebbe introdurre un'accademia. Neanche tanto per insegnare come
si mappa, quanto piuttosto per porre una barriera all'ingresso. Va bene che
la si voglia tenere bassa, ma non può essere nulla. Anche solo un tutorial
con verifica finale eliminerebbe il 99,9% dei mappatori svogliati e dei
vandali casuali (rimarrebbe lo 0,1% di batteri indistruttibili).

Ciao,

Simone
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