Simone Turchetti ha scritto: [...]
facciamo nella vita. Io voglio continuare ad occuparmi di guerra e nucleare anche se so che qualcuno si occupa di brevetti e informatica (o farmaci), perché so che queste dimensioni potrebbero essere unite. Io qui comunque percepisco la diversità come ricchezza e non come alterità e quindi sono contento così. Il
E chi ti dice niente? A me pero' piacerebbe che le news che leggi sul guardian, e poi rielabori sapientemente, apparissero prima sui Last Minute! come semplici news.
Tu mettile sul sito. Poi se hai tempo tu ci scrivi un tuo "pezzo", altrimenti magari altre due o tre persone si dicono "oh, la Bechtel sta facendo queste merdate in Iraq secondo queste news, magari facciamone un riassuntino di dieci righe con link per farlo sapere".
Questo intendo, per "superamento della webzine". Non vuol dire che tutto quello che vuoi scrivere sul sito deve essere vagliato da un collettivo. Intendo dire che ci sono persone che non intendono fare i critici individuali, ma magari parteciperebbero alla stesura collettiva di pezzi poco piu' che riassuntivi, per il piacere di presentare la scienza da un punto di vista diverso. E ho l'impressione che tale patrimonio si perda, con una webzine fatta di soli "cervelli fini (e in fuga)".
problema secondo me è ora aiutare PWD alla gestione del sito. Mi candido ufficialmente almeno ad essere capace di mettere in rete le notizie (magari poi ne parliamo in privee se serve…).
Non c'e' bisogno di aiutare pwd a gestire il sito: serve solo un'interfaccia che permetta a tutti di scrivere, correggere e pubblicare sulla colonna centrale, e la voglia di mettere le news interessanti sui Last Minute! (il link e' visibile e la pubblicazione very easy). Per l'interfaccia serve uno che ci perda un po' di tempo e faccia uno scriptino.
difficile essere capaci di mettere in piedi una discussione attiva su tempi specifici e confesso che questa cosa un po’ mi manca. Non vorrei ritirare fuori il penosissimo pezzo sulla medicina alternativa di qualche anno fa. Tuttavia penso che quel pezzo aveva un unico pregio che era quello di trasformare laser in voce collettiva invece che collettivo di voci diverse.
Mah. Le nostre prolisse "tavole rotonde" secondo me non sono tanto interessanti, e le posizioni diverse secondo me possono emergere anche da testi piu' stringati elaborati insieme. Per fare un paio di esempi: gli articoli
http://www.e-laser.org/htm/news.asp?idNews=357 http://www.e-laser.org/htm/news.asp?idNews=276
sono stati scritti cosi', con discussioni collettive, aggiunte, correzioni, scazzi etc. e largo uso dei Last Minute! A me sembra piu' sano e partecipativo.
[...]
Junk-Scienza (la propostina): PWD ha ragione: ci siamo inariditi (e chi altro se non PenombraWD poteva dircelo?), magari potremmo provare a mettere in forno qualche arrostino (anche di tofu se siete vegetariani). Io un’idea ce l’ho. Magari è una cosa stupidina però secondo me potrebbe consentirci di riprendere carta, penna, calamaio e wordprocessor per ricominciare a scrivere, buttare giù idee. Scienza SPA nasce come analisi sulla produzione di scienza e le sue trasformazioni nel mondo contemporaneo. Abbiamo usato anche con una certa dimestichezza lo strumento dell’inchiesta (e le interviste) per passare dalla dimensione della macro-narrativa alle microstorie di ricercatori nei labs. Mi viene in mente che abbiamo detto pochissimo sul consumo della scienza e della tecnologia. Chi fruisce dei prodotti scientifici? Chi viene ‘cambiato’ dalla configurazione di una nuova società scienzo-diretta? Devo confessare che l’idea mi è venuta leggendo uno splendido libro (deprimente a dir la verità, regalatomi indovinate un po’ da chi? Il fratello di Penombra) in cui una famiglia di sfigati vivono in modo tale da essere vittime inconsapevoli del complesso scientifico-finanziario, ma di fatto entrando nel vivo di quel complesso. Riflettevo che una delle caratteristiche costitutive della nostra società è tanto l’espansione del settore scientifico e tecnologico, quanto la sua aggressione del mercato delle merci. Nell’Ottocento per il mal di testa prendevano la valeriana colta nei campi, nel nuovo secolo abbiamo un range di almeno 200 prodotti farmaceutici tra cui scegliere. MI viene in mente una cosa banalissima: la società del controllo, del consumo e delle masse nasce anche nell’aspirina. Domanda magari stupida: Perché? Altra cosa: ma se invece del programmatore del laboratorio svizzero andiamo su una pista di atletica e intervistiamo uno che si è preso l’EPO… stiamo ancora parlando di scienza e società e di critica della scienza? Secondo me sì. Invece che parlare di chi ha fatto la bomba atomica, mi fate fare un viaggio in un atollo del pacifico per intervistare le vittime dei test nucleari? (o magari ci basta la roba che ho raccolto io di recente e messo nell’articolo e quella di cui ci ha parlato Zinc recentemente. L’idea è questa: prendiamo Scienza SPA e rovesciamola come un pedalino. Ritroviamo una narrativa macro-storica che ci ha consentito di descrivere le trasformazioni del processo di produzione della conoscenza e la sua progressiva “mercantilizzazione” e cerchiamo di capire come questo ha definito nuovi orizzonti del consumo. Poi entriamo nelle microstorie e facciamo anche lavoro di inchiesta. Non propongo letture deterministe. Semmai laseriole sulla diffusione degli spaghetti in scatola, il traffico automobilistico, i tranquillanti per le casalinghe. Si può fare? Insomma il fratello minore di Scienza SPA potrebbe essere Junk-Scienza. Se vi va magari cominciamo a buttare giù un piano di lavoro.
Messa cosi' mi convince poco, perche' mi pare un po' generica (o forse il tema e' troppo vasto?) e perche' non ho voglia di fare un'inchiesta. Ma magari specificata meglio mi attira di piu'.
Ma l'idea di rifare un libro collettivo (un wiki-book) ballonzola anche nella mia testa, ma io pensavo ad un instant book sulla proprieta' intellettuale in ambito scientifico i cui ingredienti sarebbero:
- news prese dai Last Minute! e riorganizzate per descrivere l'impatto di brevetti e copyright nei laboratori
- proprieta' intellettuale e lavoro immateriale (ieri il petrolio oggi il sapere: conflitti possibili sulle nuove materie prime)
- personal biotech: chi ha paura di biolinux?
Io credo che un libercolo cosi' sarebbe pubblicabile in ambito commerciale e girerebbe parecchio, a patto di lavorarci velocemente e con pochi fronzoli. E ci aiuterebbe a mettere un punto a un po' di questioni (a me i brevetti cominciano a stufare come le biotech) e di passare ad altro.
Cmq, ragioniamo di cose realizzabili con passaggi adiabatici (=graduali), che a spararle grosse si perde solo tempo. Ne abbiamo gia' bruciate abbastanza di buone idee, no?
Un Bax a Tutti, S.
PS Io sono a Roma fino a Giovedi. Messaggio per PWD e Dr. Cuvier: Calcetto??? Magari mercoledì??? Che ne dite??? Per Zinc: un abbraccione e poi ti scriverò in privee… Mi scuso per lo spam con automatic reply sul mi indirizzo, da giovedì non succederà più…
Io sono tornato a roma oggi. Mercoledi va bene.
a
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