Ho aggiunto qualche link al testo proposto da fabio, e propongo qualche correzione marginalissima.
Se a tutt* va bene metterei sul sito domani


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Titolo: Tornare a bomba
Figura: http://www.antiwarcommittee.org/images/clipart/anti-war/$bomb.jpg


E’ una domenica di fine estate. Dopo esser sopravvissuto alla Convention Repubblicana e alla retorica di una nazione in guerra mi concedo una lettura domenicale del New York Times. Due articoli mi stuzzicano. Il primo, <a href="http://www.freerepublic.com/focus/f-news/1207616/posts";>"Suffering Effect of 50’s A-Bomb Test"</a>, e’ un rapporto nazionale. L'autrice e' S. Kershaw. Negli anni ’50, circa 90 test nucleari sono stati effettuati dal governo federale nel deserto del Nevada, nei pressi di Las Vegas. I test hanno avuto un doloroso fall-out sulla popolazione. Un aumento significativo di casi di cancro e’ stato infatti registrato e monitorato negli anni sucessivi in diversi stati limitrofi al Nevada. Nel 1997, e’ stata addirittura promulgata una legge per risarcire i cittadini, il <a href="http://www.usdoj.gov/civil/torts/const/reca/about.htm";>Radiation Exposure Compensation Act</a>. Secondo tale legge 50.000 dollari sono assegnati a ciascuno dei residenti negli stati di Nevada, Arizona e Utah a cui e’ stato diagnosticato un cancro. Il destino ha voluto che, per giochetti politici, lo stato dell’Idaho non sia stato incluso nella lista degli stati da risarcire.
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Eppure, i dati sembrano indicare che un anomalo e rapido incremento di casi di tumore alla tiroide sia stato registrato negli anni sucessivi ai test nucleari. Voci indiscrete accusano i politici dello stato di non aver sufficientemente perorato la causa: forse perche' il Pentagono spera di effettuare nuovi test nucleari nell'Idaho, ed e' meglio non agitare fantasmi del passato.
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L’ipotesi di nuovi test nucleari ci conduce direttamente al secondo articolo. Trattasi di una recensione. Il titolo e' eloquente: <a href="http://www.amazon.com/exec/obidos/tg/detail/-/0805076514/104-7975660-9229534?v=glance#product-details";>"The Nuclear Terrorism"</a>, di G. Allison. L’autore analizza in dettaglio il delicato problema delle armi nucleari e del possibile loro utilizzo da parte di gruppi terroristici. Sostanzialmente, l’autore punta l’indice su due problemi. Primo: i Russi sono una catastrofe. Dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica troppe bombe nucleare di piccola taglia ("suite-case size nuclear bomb", bombe da valigetta) sono andate perdute. Nel 1997, 84 su 132 erano andate perse. E nessuno ufficialmente sa dove sono. Ma anche gli americani non sono da meno. Infatti dopo la dissoluzione dell’URSS, due senatori, Nunn e Lugar, crearono un programma ad hoc per aiutare i nuovi governi nella delicata operazione di tenere sotto controllo l’arsenale nucleare ex-sovietico. Ma questo programma non e’ stato adeguatamente finanziato ne' sostenuto di fronte alle resistenze dei russi, cui non piacciono intrusioni.
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Il secondo punto chiama invece in causa l’attuale trattato di non proliferazione. Lo sviluppo del nucleare civile, nei fatti, mette a disposizione il materiale necessario per la costruzione di armi nucleari. E si punta il dito su Iran e Corea del Nord.
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Prese separatamente, le due notiziole ci dicono poco di nuovo. Messe insieme, dopo una settimana di retorica repubblicana, prendono la forma di un fantasma del passato. Il nucleare e’ ritornato tra noi come problema bellico e civile. Le porte che lo ripropongono sono tante. Il protocollo di Kyoto chiama nucleare. Petrolio chiama nucleare. Nucleare chiama armi. Nucleare chiama paura. Nucleare chiama guerra. Guerra chiama nemici. Se pensavamo di essercene liberati, o semplicemente di avere superato l’era atomica, ci sbagliavamo.
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D’altro canto, come le elezioni americane insegnano, anche i fantasmi del Vietnam possono fare campagna elettorale, e anche i fantasmi del nucleare potranno creare un programma di governo. Teniamo a mente due cose. Quando si accettano i coprifuochi dello stato di guerra, come fu per la guerra al comunismo, se ne accettano indirettamente conseguente spiacevoli come test nucleari sotto il culo. Se una cosa falsa viene ripetuta tante volte alla fine deve diventare vera, qualcuno potrebbe pagare il conto del terrore nucleare. Infine, impariamo e diffondiamo, non ci sono santi: il tempo caratteristico dell’uomo e delle sue cretinate e’ troppo breve rispetto al tempo di decadimento del materiale radiattivo.



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