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Il giorno 20-11-2002 14.24, Davide, [EMAIL PROTECTED] ha inviato:

> Cari voi, se  provavate a fare un giochetto del genere negli anni settanta a
> un congresso del  movimento non uscivate interi. Io rischiai di essere
> massacrato solo perche' mi  presentai con la camicia e la giacca.
> La correttezza politica vorrebbe che  ammetteste questo. Siamo piu' pacifisti
> di Ghandi e meno militaristi di Madre  Teresa di Calcutta.
> Ammettetelo!

E' vero!
Posso testimoniarlo, e se una testimonianza non basta possono raccoglierne
altre, quante volete, dossier su dossier di testimonianze.

Quelli dei movimenti degli anni settanta erano delle carogne.

Se, putacaso, pensavano che stavi dicendo cazzate, arrivavano al punto di
manifestare apertamente una tale personalissima convinzione - ma davvero! e
se non lo capivi insistevano ancora - ma proprio così, esplicitamente, a
caldo, cotta e mangiata.
Lo so, lo so che adesso può sembrare inverosimile, e più d'uno penserà che i
miei ricordi siano geneticamente modificati da oscuri livori tenuti in
macerazione da un trentennio.
Ma giuro, giuro che è vero.

Come farlo capire a chi non c'era? come raccontare l'abisso di degradazione
a cui l'ignoranza di pacifismo e nonviolenza possono spingere l'umana
specie? come evocare l'incandescente oscurità ctonia digiuna di tolleranza?
Come, in un contesto pacifico, civile, nonviolento, serio e benintenzionato?
Un esempio, ci provo con un esempio.
Se per caso andavo al microfono e dicevo qualcosa che qualcuno percepiva
come ostile al suo pensare e al suo agire, non è che mi guardava con civile
disapprovazione, riservandosi di salutarmi con nonviolenta freddezza, e
semmai di insinuare pacificamente nelle cene future che ero veramente una
stronza - così che, commensale dopo commensale, tutti potessero
democraticamente usufruire dell'informazione indiretta - no! La carogna anni
settanta urlava: "toglietele il microfono!", e subito si slanciava, pronta a
passare dalle parole ai fatti.
Ma non basta - no, a questo punto debbo dirvi tutto - perché c'è di peggio:
tanto pervasiva e inquinante era quell'atmosfera malsana, che persino le
vittime occasionali non riuscivano a condannarla responsabilmente. Io, sì
io, sapete cosa facevo quando l'orda avanzava? Non pensavo "orrore!", non mi
ritraevo annichilita, neanche, no: proteggevo il microfono, e mi preparavo a
scalciare.
E come nei più autorevoli studi americani (americani, quindi autorevoli) sui
rapporti vittima-carnefice, neanche le odiavo davvero, le carogne.
Perché ci incontravamo, fuori dall'assemblea, fuori dalla scuola, e ci
parlavamo - urlando e dicendocene di tutti i colori, ma ci parlavamo.
Ci parliamo ancora adesso: "Me lo ricordo, il tuo moderatismo del cazzo"
"Già, sarà stato radicale il tuo estremismo verbale sanguinolento" "Ma
smettila, tu e i tuoi kilt scozzesi..." "Non mi provocare, che quella
scritta me la ricordo ancora, tutte le mattine senza neanche il tempo del
caffè mi toccava passarci davanti, 'Kossiga Berlinguer vi spareremo in
bocca' - da vomito"...

> Se hai letto fin qui sei un militante inossidabile, quindi ti  posso dire una
> cosa senza aver l'aria di fare il criticone...Secondo me la  prossima volta
> che ci si incontra in cosi' tanti tocca fare un minimo di  vigilanza in piu'.
... Negli anni settanta lo facevamo regolarmente, a tutte le assemblee.
Direi che il momento richiede la stessa  prudenza.
>  
> Jacopo Fo

Aggiungo una citazione:
"Sono turbato, anzi sconvolto, ogni volta che mi imbatto in un 'innocente'.
Da dove viene? Che cosa cerca? La sua apparizione annuncia forse un evento
doloroso? E' uno smarrimento molto particolare quello che si prova davanti a
qualcuno che non si può in alcun modo chiamare proprio simile."
E.M. Cioran, "L'inconveniente di essere nati"
(non ho mai saputo cosa significassero le iniziali - sarà un perverso
travestimento di qualche carogna anni settanta?)

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