Re: captive portal
Il giorno lun 1 lug 2024 alle ore 14:18 Piviul ha scritto: > Ciao a tutti, mi piacerebbe creare un captive portal per una wifi guest > che quando un utente che non ha il permesso di accesso viene rediretto > al captive portal, possa avere la possibilità di accettare qualcosa (le > classe condizioni d'uso) e fare la richiesta di accesso. La richiesta > dovrebbe quindi arrivare via mail all'amministratore il quale può poi > abilitare quel mac address per un tempo limitato definito al momento > della abilitazione. > > Secondo voi è possibile? Per ora per la gestione del wifi ho la net app > di ubnt. > Buongiorno, Per realizzare il captive portal, devi tirare necessariamente su un resolver DNS (eventualmente sulla stessa macchina dove risiede l'Access Point) che venga servito via DHCP alle macchine che si collegano all'Access Point. Tale resolver deve a sua volta interrogare un normale DNS esterno, come quello del tuo provider che già rispetta le regole italiane - molto stringenti - sulla censura, se sei in Italia (altrimenti, a seconda delle leggi locali, potrebbe essere un normale resolver ricorsivo). Il resolver deve però puntare i domini di terzo (secondo per l'ultimo) livello per i seguenti URL: - http://clients3.google.com/generate_204 - http://captive.apple.com/hotspot-detect.html - http://detectportal.firefox.com/canonical.html - http://msftncsi.com all'IP di un tuo server, che dia per quegli URL un redirect HTTP 302 con header Location che punta alla pagina di richiesta accesso. I browser (nell'ordine: Chrome, Safari, Firefox, Edge/IE) interrogano quegli indirizzi (che normalmente restituiscono risposte HTTP standard o 204) per sapere se vi sia un captive portal e dove sia. Sconsiglio MOLTO vivamente di fare, come ti è stato consigliato, in modo che il DNS restituisca la pagina di richiesta accesso indipendentemente da quale sia il dominio. Lo sconsiglio per due motivi, entrambi molto molto rilevanti: - Il DNS deve per standard essere messo in cache. Se il sistema operativo, o il browser, o un resolver intermedio mettono in cache l'IP - come, ribadisco, devono - della tua pagina di accesso, tocca aspettare che gli scada la cache perché anche una volta abilitati non entreranno. Per questo motivo consiglio anche che i controlli siano fatti a livello di IP e non di MAC: non hai modo di discriminare per MAC. I client metteranno in cache l'IP della pagina di check che il browser usa, e interrogheranno quella pure quando il client è autenticato. Dovrai, a livello di webserver, restituire 302 o 204 (nel secondo caso puoi pure reverseproxare la pagina reale) rispettivamente se il client è autenticato o no. Se vuoi un controllo a livello di MAC, fallo sul DHCP: assegna un IP noto a quel MAC. - Quasi tutta Internet è HTTPS, talvolta con HSTS. Se provi a redirezionare via DNS una richiesta HTTPS (specie se HSTS) verso una pagina tua con certificato non originale, nel migliore dei casi all'utente viene dato un errore di sicurezza aggirabile e nel peggiore non avrà modo neanche volendo di raggiungere il login. -- Lorenzo Breda
Re: Gestione failover linea dati e DNS
Il giorno ven 28 giu 2024 alle ore 14:19 Piviul ha scritto: > On 6/28/24 10:03, Lorenzo Breda wrote: > > Il DNS restituisce sempre tutti i record, quando glie li chiedi. Se ci > sono otto record A, ne restituisce otto. Sta al client scegliere quale > usare (e ovviamente il client non sa nulla della responsività). > > Grazie Lorenzo, interessante e quindi il client poi che fa? C'è un > comportamento standard tipo usare il primo IP vivo oppure lo standard è > usare il primo IP e se non va restituire un errore di connessione? > Fa quello che vuole, non c'è un comportamento standard nella maggior parte dei casi. Per i record MX lo standard prevede venga specificato un ordine di priorità (due record possono avere la medesima), quindi il comportamento standard è provare prima i record prioritari. Per i record A generalmente si utilizza il primo. Per i record TXT è facile li si scorra tutti per quasi qualsiasi uso per cui siano previsti (non è prevedibile su quale record sia l'informazione utile), per i record PTR anche è sovente utile leggerli tutti. Insomma, dipende un po', col DNS si fanno molte piú cose di quel che ci si aspetta comunemente. -- Lorenzo Breda
Re: Gestione failover linea dati e DNS
Buongiorno, Come parte del mio lavoro sono un DSN OP. Il giorno ven 28 giu 2024 alle ore 08:56 Piviul ha scritto: > purtroppo il DNS non mi accetta un IP come destinazione di un record MX, > così devo registrare 2 record A per lo stesso server e ti dirò che mi > scocciava un po' ma forse può avere senso... > È di gran lunga la scelta piú comune, ed è molto comoda qualora dovessi fare operazioni con i server che rendano utile dare loro un ordine di priorità, che potrai dare cambiando il numerello. A meno di requisiti particolari, è bene dare a ogni IP il suo nome. Il bilanciamento a quel livello non dovrebbe essere affidato al DNS. > Invece per i record A? Si può fare in modo che il DNS restituisca uno > fra gli IP assegnati ad un servizio, magari quello più responsivo? > Il DNS restituisce sempre tutti i record, quando glie li chiedi. Se ci sono otto record A, ne restituisce otto. Sta al client scegliere quale usare (e ovviamente il client non sa nulla della responsività). -- Lorenzo Breda
Re: [OT] Down di Microsoft e... DuckDuckGo?
Il giorno dom 2 giu 2024 alle ore 11:29 Davide Prina ha scritto: > > > Esiste anche la versione di sviluppo, del quale non ho capito la > > differenza alla fine: > > > > https://librey.devol.it/ > > non è una versione di sviluppo, devol penso sia il produttore di librey. > Probabilmente questa è un'istanza di libray > È un'istanza, ma devol non è il produttore di Librey. -- LB
Re: [OT] Down di Microsoft e... DuckDuckGo?
Il mar 28 mag 2024, 19:37 liste DOT girarsi AT posteo DOT eu < liste.gira...@posteo.eu> ha scritto: > > Esiste anche la versione di sviluppo, del quale non ho capito la > differenza alla fine: > > https://librey.devol.it/ Non è la versione di sviluppo. Librey è un sistema distribuito, ognuno può hostare la sua istanza. È rispettoso della privacy sostanzialmente per questo: non è centralizzato e la riservatezza è demandata a chi hosta, che puoi essere tu stesso. Devol è un collettivo (non so se si definiscano così, ma per capirci) italiano che hosta diversi servizi di questo tipo, è ad esempio loro mastodon.uno, una delle maggiori istanze mastodon italiane. Quello che cambia tra i due servizi può essere insomma, ad esempio, la privacy policy (che va SEMPRE letta, molto spesso non basta il solo software di servizio a garantire la riservatezza sul web, e questo è uno di quei casi: non ho letto le due policy ma poco ci vuole a mettere cookie traccianti ad esempio, o a loggare di tutto sul Daemon http). Annoto, sperando di non risultare antipatico, che anche DuckDuckGo dice di essere rispettoso della privacy (e concordo). Il suo claim vale tanto quanto quello di Librey. Se si tiene alla privacy va valutato quanto e in che senso, per poi capire se i software che si usano rispettano ciò che intendiamo. Per me mettere un layer tra me e Bing è più che sufficiente, per DuckDuckGo pure, per te magari no. E tutto questo per dire che Librey, dato che come qui è già detto fare uno spider richiede risorse ingenti, fa esattamente ciò che fa DuckDuckGo: fa da layer tra l'utente e altri motori di ricerca, di cui aggrega i risultati. Tra i motori aggregati ci sono ad esempio Google e... DuckDuckGo. Se ci si fida più della privacy policy di una specifica istanza Librey che di quella di DuckDuckGo, benissimo usarla. Se il problema è che DuckDuckGo usa motori di ricerca esterni, beh... -- LB
Re: [Linux-Debian Bullseye]: autenticare email da linea di comando: SPF e DKIM chi?
Il giorno dom 10 mar 2024 alle ore 22:53 Ennio Sr ha scritto: > [...] > > Vi sarei molto grato se poteste indirizzarmi verso una possibile > soluzione, anche perché non capisco se tutti questi problemi di sicurezza > sono superabili se si continua ad usare la vecchia e storica 'linea di > comando', con postfix e mutt. > Ciao, Ti spiego brevissimamente cosa succede. Quando tu invii una email questa dichiara diverse cose, che il server destinatario cerca di verificare. Tra le altre cose, *può* essere inviata assieme alla mail una sorta di firma del contenuto, che il server mittente applica con la sua chiave privata. La chiave pubblica è pubblicata in modo che il destinatario possa reperirla (sul DNS, per quel che vale questa informazione). Il "può", ultimamente, è diventato un "deve". Se la mail non è firmata, e non è quindi possibile verificare che la firma corrisponda alla chiave pubblica del server mittente, la mail viene vista come "non spedita davvero da quel server mittente" e scartata dai sistemi antispam. Con tutta probabilità il tuo mutt è configurato per non usare davvero il server di posta di tin.it, ma usare il tuo mx locale (postfix, sendmail, quel che è) per l'invio. Il tuo mx non firma la mail (e non avrebbe comunque modo di firmarla con la chiave degli mx di tin.it). In tal caso dovresti configurare mutt (che non conosco abbastanza da aiutarti) per usare il server smtp di tin.it per inviare. Un'altra possibilità, che mi pare remota è che stai usando il server smtp di tin.it ma questo non supporta la firma dei messaggi. In tal caso c'è poco da fare, e tin.it sarebbe di fatto non compatibile con molti server destinatari. Mi pare però molto strano, l'uso di tale sistema non è recente, è recente solo il sistematico rifiuto di email che non lo usano. -- Lorenzo Breda
Re: Firma Elettronica Qualificata conforme al Regolamento Europeo 910/2014
Il giorno lun 1 gen 2024 alle ore 12:59 Piviul ha scritto: > Ciao Lorenzo, grazie ma credo di non essermi spiegato bene. > Buongiorno e buon anno, ti sei spiegato benissimo. > L'ente certificatore che emette le CIE è il ministero dell'interno e direi > che non ci siano dubbi sul fatto che è un ente certificatore riconosciuto > Lo è. > e non sono interessato ad un altro dispositivo per la firma, > Ti ho consigliato un servizio che - mi potrei sbagliare, di nuovo, io lo uso con SPID - dovrebbe essere accessibile direttamente con CIE, non un dispositivo. > vorrei usare proprio la mia CIE . > Che io sappia non puoi. > Quello che mi sembra strano è che la firma prodotta dall'app CIE ID non > sia conforme al Regolamento Europeo 910/2014 e se qualcuno avesse qualche > informazione in più su come produrre una firma conforme al Regolamento > Europeo 910/2014 lo ringrazio sin d'ora. > Il regolamento in questione prevede tre livelli di firma: semplice, avanzata e qualificata. Che io sappia, ma mi pare così anche da documentazione [1] la CIE permette una firma elettronica avanzata. Da quello che dici, a te serve una firma elettronica qualificata. [1] https://www.cartaidentita.interno.gov.it/info-utili/firma-con-cie/ -- Lorenzo Breda
Re: Firma Elettronica Qualificata conforme al Regolamento Europeo 910/2014
Il giorno sab 30 dic 2023 alle ore 09:02 Piviul ha scritto: > > ATTENZIONE: assicurati di usare una Firma Elettronica Qualificata. > > Quando verifichi la firma con Acrobat deve apparire la scritta Firma > > Elettronica Qualificata conforme al Regolamento Europeo 910/2014. > > Altrimenti la firma non sarà accettata. > > avete qualche suggerimento? > Dai un'occhiata a ZealiD, mi pare funzioni con CIE (io lo uso con SPID) e genera firme qualificate. Il punto credo sia che il certificato deve essere firmato da un ente riconosciuto. -- Lorenzo Breda
Re: Domini multipli sullo stesso host
Il giorno mer 29 nov 2023 alle ore 09:05 Diego Zuccato < diego.zucc...@unibo.it> ha scritto: > > Ecco, questo non è proponibile. Se gli arriva una richiesta della > Polizia Postale tipo "chi usava l'IP 1.2.3.4 il 20 agosto 2023 alle > 15.30" e gli rispondono "boh", sai quante teste cadono? La risposta ai "boh" è ovviamente "noi, ma non sappiamo dove", mica TIM (o qualsiasi provider) rigira il suo intero spazio ai clienti. A chi assegna gli IP dinamici (e quale sia lo spazio in cui vengono assegnati) lo sa sicuramente benissimo, e i meccanismi di lease sono sicurissimamente noti e loggati, così come è noto a chi danno IP fissi per contratto. Ma non è per niente improbabile che di molti IP ad uso interno si siano perse tracce e certezze. Un'azienda cosí vecchia e con una storia cosí incasinata è facile abbia problemi a non sapere molte cose su sé stessa, per incompetenze del passato e per sottovalutazioni di come sarebbero andate certe cose. Poi magari sono bravissimi, per carità, ma non è che in caso contrario siano necessariamente incompetenti o lo siano necessariamente oggi. Certo è che il dubbio viene, considerando quanto sembrano irrazionalmente restii a fornire un servizio che pochissimi chiederanno, e che altri operatori con storie diverse (o molto piccoli e recenti, o che fanno largo uso di natting) riescono a fornire tranquillamente e spesso gratis o quasi. -- Lorenzo Breda
Re: Domini multipli sullo stesso host
Il mer 29 nov 2023, 06:48 Diego Zuccato ha scritto: > Il 28/11/2023 23:19, Lorenzo Breda ha scritto: > > >> Se hai almeno IP pubblico. Se hai TIM con contratto residenziale > >> non te lo danno, quindi non riuscirai comunque a connetterti. > > > > NATtati come han fatto per secoli (e forse fanno ancora) quelli di > > FastWeb? > > > > Non mi risulta. > > > > Dalla mia esperienza: > > * TIM dà IP pubblici variabili. Non dà IP fisso. Lavorando per un > > Stando al commerciale, per i clienti residenziali da' solo IP privati. È un po' che non stipulo un nuovo contratto TIM, ma su ciò che ho, residenziale, l'IP è assolutamente pubblico, l'ho usato per anni con DynDNS tra l'altro. > > > > provider e sapendo che delirio sia già su piccola scala gestire > > un'anagrafe di IP, sospetto che di fatto non sappiano esattamente quanti > > ne hanno liberi e abbiano quindi difficoltà a farsene assegnare, motivo > > per cui per loro sono molto preziosi. Con servizi di DNS dinamico te la > > cavi. > > Uh? Nella scheda (tabella) relativa al contratto inserisci l'IP > assegnato a quel cliente. Gli IP che un provider ha a disposizione sono limitati, come sai o immagini. Se usi - e, ai fatti, per tanti motivi, ti conviene sia così - una parte delle tue zone per IP variabili, quelli che puoi assegnare come fissi sono pochi, e sono ancora meno se sei una grossa azienda che quando ha cominciato a giocare con le reti IP non immaginava cosa sarebbero diventate: per molti indirizzi a te assegnati la risposta a "questo IP lo usiamo da qualche parte?" è "boh". In una situazione del genere dovresti farti assaggiare un altro congruo set di IP da usare allo scopo, ma anche gli IP in generale sono limitati. Se ti presenti all'authority di turno, ti chiede quanti ne hai liberi e rispondi "boh", torni a casa a mani vuote e i tuoi IP assegnabili come fissi restano pochini. Non garantisco sia il caso di TIM, non ne so nulla, ma mi pare molto verosimilmente. -- Lorenzo Breda
Re: Domini multipli sullo stesso host
Il giorno mar 28 nov 2023 alle ore 21:21 Paolo Redaelli < paolo.redae...@gmail.com> ha scritto: > Il 28/11/23 11:08, Diego Zuccato ha scritto: > > > > Se hai almeno IP pubblico. Se hai TIM con contratto residenziale non te lo > danno, quindi non riuscirai comunque a connetterti. > > NATtati come han fatto per secoli (e forse fanno ancora) quelli di FastWeb? > Non mi risulta. Dalla mia esperienza: * TIM dà IP pubblici variabili. Non dà IP fisso. Lavorando per un provider e sapendo che delirio sia già su piccola scala gestire un'anagrafe di IP, sospetto che di fatto non sappiano esattamente quanti ne hanno liberi e abbiano quindi difficoltà a farsene assegnare, motivo per cui per loro sono molto preziosi. Con servizi di DNS dinamico te la cavi. * Fastweb dà IP nattati, talvolta. Grazie a questo, ne hanno gran copia e non hanno grossi problemi a dartene uno pubblico fisso se lo chiedi. Se non lo chiedi, rischi di non cavartela nemmeno con il DNS dinamico. * Unidata ha uno dei suoi servizi premium con IP fisso. Altrimenti, usa IP pubblici variabili e te la cavi col DNS dinamico (che peraltro integrano nei router forniti) e persino con un nome che ti assegnano loro. Non so altri, ma gli scenari sono più o meno questi. -- Lorenzo Breda
Re: Domini multipli sullo stesso host
Il giorno lun 27 nov 2023 alle ore 20:18 Giuliano Curti < giulian...@gmail.com> ha scritto: > Il lun 27 nov 2023, 19:13 Lorenzo Breda ha scritto: > > >> La cosa più semplice è far girare il client (o i client) su una macchina >> della tua rete (magari quel server che esponi?) invece di usare la funzione >> del router. >> > > Cioè ddclient per dynDns e duc per Noip? Presumo vadano bene anche router > su uno e client per l'altro > Come preferisci, io preferirei centralizzare tutto, eventualmente con un solo client (ddclient sono abbastanza sicuro li supporti entrambi), ma fa lo stesso. > > Alternativamente, passi a un provider che fornisce un IP fisso. >> > > Penso che la cosa abbia dei costi (entità?) che la rendono incompatibile > con l'uso amatoriale che sto facendo :-) > Uno dei provider che ho avuto lo forniva gratis a richiesta, è un dei maggiori provider con offerte commerciali allineate al resto. Il mio attuale lo fornisce nel servizio di fascia alta, che effettivamente costa. Insomma, mi informerei presso il tuo provider. Magari la dai per cosa costosa e invece basta chiederlo. -- Lorenzo Breda
Re: Domini multipli sullo stesso host
Il lun 27 nov 2023, 19:02 Giuliano Curti ha scritto: > > I domini devono avere la stessa risoluzione (stesso indirizzo ip > dell'host); il router (almeno il mio) ha una sola possibilità di > collegamento con provider DDNS, quindi come fare per tenere aggiornati i > due DNS? forse con ddclient o duc per il secondo provider? > La cosa più semplice è far girare il client (o i client) su una macchina della tua rete (magari quel server che esponi?) invece di usare la funzione del router. Alternativamente, passi a un provider che fornisce un IP fisso. -- Lorenzo Breda
Re: Server smtp in sola spedizione semplice
Il giorno dom 29 ott 2023 alle ore 19:14 Leandro Noferini < lnofe...@cybervalley.org> ha scritto: > > avendo un piccolo server che mi manda notifiche via email qual'è il > sistema più agile per fargli spedire questi messaggi al mio indirizzo > personale (che ovviamente sta altrove)? Ciao, La cosa più semplice è utilizzare un MTA, ad esempio exim, che ti permetta di utilizzare server SMTP esterni (ad esempio quello del tuo provider). Le alternative prevedono necessariamente un po' di fatica nel configurare DKIM, DMARC e SPF. -- Lorenzo Breda
Re: [OT] Batteria portatile
Il giorno mer 13 set 2023 alle ore 11:55 Paolo Redælli < paolo.redae...@gmail.com> ha scritto: > Stai parlando dell'Atari Lynx? > Anche, ma anche molto più semplicemente la galassia di console che cercavano di concorrere col gameboy (il supervision, ad esempio). Il gameboy funziona anche con 1.2, invece. -- Lorenzo Breda
Re: [OT] Batteria portatile
Il mer 13 set 2023, 08:43 Paolo Redaelli ha scritto: > > Ci sono apparecchi che con i 1.2V delle nichel-cadmio non si accendono > neanche, per esempio i termostati delle caldaie (non alimentati). E molte vecchie console per videogiochi portatili. Che però spesso ne hanno quattro in serie, quindi la differenza non è piccolissima: quattro batterie da 1.5 equivalgono a cinque da 1.2. -- Lorenzo Breda
Re: Ancora sui cookies
Il mer 13 set 2023, 09:55 Diego Zuccato ha scritto: > Rispondo un po' in ritardo, ma credo sia importante puntualizzare una > cosa: la normativa non è "sui cookie", ma relativa al trattamento dei > dati personali. I cookie sono solo una delle sfaccettature. > Sono due normative diverse. Il GDPR in parte influenza la cosa, ma le normative sui cookie sono abbastanza specifiche e precedenti. -- Lorenzo Breda
Re: [OT] 2023’s Top PHP Frameworks...cosa ne pensate?
Il lun 26 giu 2023, 15:09 Giuseppe Naponiello ha scritto: > Detto questo, cosa ne pensate dell'articolo? Su quale dei framework > elencati investireste del tempo per imparare? > Io la mia già la dissi a suo tempo: i framework sono una gran cosa, se si può giustificare l'investimento di impararne uno. Nella vita ne ho usati diversi per PHP, e Laravel (con relativo livewire) è di gran lunga il migliore per completezza, sensatezza e community. Passare un progetto da una versione all'altra non è quasi mai doloroso (direi addirittura "non è mai", se non fai porcate lato PHP, ricordo come molto doloroso aggiornare una codebase in cui si usavano nomi di variabili mai settate in `compact()`). Poche settimane fa dovevo fare per lavoro un utility script scemo per passare un CSV e fare richieste http e non ho neanche lontanamente pensato di usare qualcosa di diverso da Laravel Zero. -- Lorenzo Breda >
Re: Ricetta (per query ma anche per mangiare)
Ni. La risposta giusta è che i db non si fanno a quel modo. La risposta lunga è che puoi trasformare il campo in json (',' con '","' su json_array(Ingredienti)) e poi con json_table() ottenere una struttura simile a come sarebbe un join con una tabella degli ingredienti (che è come andrebbe fatto). Su quella ci vai di group by. Il giorno gio 15 giu 2023 alle ore 13:48 Leonardo Boselli < leo-stre...@trail.it> ha scritto: > Ho un database con colonne ID[integer], Ingredienti[text], > commensali[float], data[datetime]. > > Il campo ingredientoi contiene una lista (tra 1 e 20 valori, separati da > spazio) degli ingredienti presenti per oltre il 5% del menu. > > Domadona: c'è un modo di estrarre una tabella che mi dia "ingrediente" e > "frequenza" ossia ogni ingrediente in quante cene è statao presente ? > (ovviamante un group by ingredienti non funziona in quanto un rtecord > potrebbe avere «pasta pomodoro fungo maiale mela» un altre «riso fungo > prezzemolo maiale» e quindi in uscita dovrei avere maiale:2 fungo:2 > pasta:1 pomodoro:1 ...) > C'è un modo diretto restando in una query sql ? > -- > Leonardo Boselli > Firenze, Toscana, Europa -- Lorenzo Breda
Re: OT: firma digitale
Il giorno mer 14 giu 2023 alle ore 10:54 Paolo Redaelli < paolo.redae...@gmail.com> ha scritto: > non ne esistono di gratuite > ZealID è gratuita, ti riconosce a partire dalla CIE e funziona piuttosto bene. -- Lorenzo Breda
Re: apache php e problemi nell' upload dei file
Il mer 17 mag 2023, 17:16 Federico Di Gregorio ha scritto: > > Dire che non ci sono alternative è veramente sbagliato. Diciamo che se > parliamo di piattaforme web "solide, sicure e robuste" (e, aggiungo io, > che supportino tutte le tecnologie moderne, dai websocket in su) ci sono > almeno due alternative: Java (con tutte le sue varianti di librerie e > framework) e C# (con ASP.NET Core). E ho preso solo le 2 notissime. > Esatto, Java soprattutto con Spring e C#, ma anche Swift non è da buttare fatte le dovute considerazioni. E non butterei alle ortiche Node.js, suvvia. -- Lorenzo Breda
Re: apache php e problemi nell' upload dei file
Il giorno mer 17 mag 2023 alle ore 13:42 Leonardo Boselli ha scritto: > On Wed, 17 May 2023, Giuseppe Naponiello wrote: > > (…)mi permette di costruire una piattaforma ben strutturata e con > interfacce > > fighe, magari usando Vue, ma allora devo imparare anche Vue > > Le interfacce fighe sono il sistema migliore per creare sistemi > instabili, esigenti di risorse e lente. > Le interfacce fighe sono spesso un requisito, quindi al solito: dipende da che devi fare. Che portino a sistemi instabili non lo trovo particolarmente vero (certo, sono una cosa in più da gestire, ma se si deve si deve), che richiedano maggiori risorse dipende quali risorse. Di solito i sistemi per "interfacce fighe" riducono di molto la necessità di risorse di rete mentre aumentano la necessità di risorse di calcolo sul client. A volte è follia, a volte è fondamentale. Basta sapere cosa si sta facendo e perché. In ogni caso, i framework php hanno zero a che fare con le questioni di interfaccia, php è un linguaggio lato server (e infatti per le interfacce ti serve tutt'altro, come il citato Vue). -- Lorenzo Breda
Re: apache php e problemi nell' upload dei file
Il giorno mer 17 mag 2023 alle ore 13:02 Leonardo Boselli ha scritto: > > Io sono molto old school, ho iniziato coi device driver, e lí non ti puoi > permettere inefficienze, per cui sempre basso livello. figuriamoci un > framework, Se si cerca l'efficienza, php va buttato per intero :P Un framework ne aggiunge davvero poca di inefficienza (ne toglie se uno programma da cani, cosa non infrequente nell'ambito). > che ho ancora da trovarne uno ben documentato. Laravel. Questo comunque è un problema pure nel mondo dei linguaggi di programmazione, purtroppo. > personalmente è meno difficile intendere un programma scritto tutto con le > funzioni standard che con un framework che uno non conosce. > E non lo dico solo io ... > Su questo dissento decisamente. È meno difficile intendere un programma scritto in un linguaggio che conosci che uno scritto in un linguaggio che non conosci, ma questo non ha assolutamente nulla a che fare con i framework. Conoscendo sia vanilla che un framework non c'è gran differenza di leggibilità, e dove c'è è decisamente a vantaggio del framework molto spesso (Laravel ad esempio fa largo uso di un approccio funzionale in cui php è deficitario e che è molto più leggibile). -- Lorenzo Breda
Re: apache php e problemi nell' upload dei file
Il mer 17 mag 2023, 09:22 Federico Di Gregorio ha scritto: > > Più che altro c'è un intero mondo al di fuori del PHP (che io > personalmente considero uno dei più orrorifici linguaggi di > programmazione mai inventati). > C'è sempre JavaScript. Il mi consiglio è, anche solo per cultura personale, di provare a dargli > un'occhiata (poi puoi sempre decidere di rimanere col PHP). > Da programmatore prevalentemente PHP concordo, ma dico anche che pur con i suoi problemi residui php8 è un altro linguaggio rispetto a quello che ha presente il grosso dei critici di PHP. -- Lorenzo Breda
Re: apache php e problemi nell' upload dei file
Il mer 17 mag 2023, 09:15 Giuseppe Naponiello ha scritto: > > Pur essendo io "old school" sono molto incuriosito ma ammetto la mia > ignoranza in materia, e mi piacerebbe sapere secondo voi se vale davvero > la pena investire tempo per imparare ad usarne uno È una di quelle cose che rischia di scatenare flame, spero non avvenga. Da persona che ci lavora, trovo che in generale dipende da cosa ci fai, se tiri su qualche script per hobby probabilmente non ha molto senso, se invece fai applicazioni di livello professionale è imprescindibile. Certo, impararlo ha un costo, ma non è che fare unit testing and esempio sia gratis, eppure è fondamentale e si fa. Il costo di formazione è l'unico vero svantaggio. La questione della sicurezza è inconsistente e trovo assurdo leggerla qui. Usare un framework rende un'applicazione molto più sicura, altro che meno sicura. C'è più gente a trovar falle, ci sono protocolli di testing rigidi, la risoluzione delle falle è centralizzata. Certo, le falle una volta trovate sono note, ma non credo di dover spiegare qui che la security through obscurity sia un'illusione. Un framework moderno, persino in PHP, non offre particolari problemi di aggiornamento, ho portato interi applicativi, negli anni, da 5.4 a 8.2 senza particolari sforzi. I framework semplificano anche questo, dato che raramente si utilizzano le funzioni "di PHP" più soggette a cambiamenti ma si usa la loro versione fornita dal framework, che non cambia facilmente API (e quando lo fa è ben documentato nella sezione upgrading della documentazione). Persino sa chi fa solo script, consiglio Laravel Zero. -- Lorenzo Breda
Re: apache php e problemi nell' upload dei file
Il mar 16 mag 2023, 11:41 Giuseppe Naponiello ha scritto: > Ciao Lorenzo, > > Sono uno sviluppatore PHP, non userò direttamente la funzione da decenni > (lavoro con i framework) > > Prima o poi dovrò decidermi anch'io! Non lo faccio solo per pigrizia, ho > provato Laravel, i vantaggi sono evidenti ma l'abitudine è dura da > modificare!!! > Un altro mondo davvero. Passando i dati (e il file) via FormData() non mi sembrava fosse necessario > specificare l'enctype del form, comunque molto interessante, approfondisco! > FormData dovrebbe usare l'encoding corretto. Comunque un'occhiata alla request per vedere se c'è tutto dalla, se c'è dovrebbe correttamente funzionare passando come primo parametro il nome effettivo del file: move_uploaded_file($_FILES["nome_campo"]["tmp_name"], $destinazione) -- Lorenzo Breda >
Re: apache php e problemi nell' upload dei file
Il lun 15 mag 2023, 17:04 Giuseppe Naponiello ha scritto: > Il problema è che non trovo una soluzione per caricare un file da > interfaccia web in una cartella del server: con fetch API e formData > mando il file da caricare al server, che con un funzione php dovrebbe > spostarlo da tmp alla destinazione finale con la classica funzione > "move_upload_file", l'errore, come previsto, è che php cerca il file da > spostare in /tmp/ e non in systemd > Buongiorno, Non mi risulta che move_uploaded_file abbia problemi con systemd. Sono uno sviluppatore PHP, non userò direttamente la funzione da decenni (lavoro con i framework) ma sotto quello c'è. Il fatto che PHP veda tmp come cartella temporanea invece di quella reale è un effetto ottico di systemd, in realtà legge e scrive correttamente in quella giusta. La mia esperienza è che il 99.99% degli errori "PHP/java/swift non mi trova il file caricato" è dovuto al fatto che il form html non ha correttamente settato l'enctype a "multipart/form-data", e quindi invece del file viene caricato il suo nome. Buona giornata! -- Lorenzo Breda
Re: lettori CIE
Il giorno mar 7 mar 2023 alle ore 18:42 Davide Prina ha scritto: > > ma che sappia io non è possibile avere un single sign on su sistemi > eterogenei > la normativa in questi casi obbliga a rifare l'autenticazione. Single sign on = stesse credenziali per sistemi diversi. SPID e CIE sono, per definizione, dei single sign on. Poi sì, strettamente il single sign on prevederebbe di fare login una singola volta, ma questo non è vero per quasi nessun sistema di single sign on, al di fuori del recinto dell'issuer (ad esempio: il SSO di Google ti fa fare login una volta sola sui sistemi Google, ma non su quelli "login with Google", per fortuna). La definizione stretta mi sembra sempre meno usata, e intendevo in senso più lato. > > > renderebbe impossibile una facile revoca degli account, che è > > invece fondamentale (metti che ti rubano la CIE, nel caso specifico). > > è sufficiente validare la catena di certificati e verificare se ce n'è > uno revocato Questo prevede un server centralizzato, a meno di non aspettare del tempo per la propagazione delle revoche, che non è sempre accettabile e difficilmente lo è in un sistema per la verifica dell'identità di una persona su sistemi della PA. -- Lorenzo Breda
Re: cambiare return path in php
Il dom 11 dic 2022, 19:10 Leonardo Boselli ha scritto: > Aggiungendo nella funzione php il quarto campo @headers prender > regolarmente il campo From, ma ignora il return-path. > Prima di tutto fai attenzione che gli header siano separati da `\r\n`, molti server interpretano male il solo `\r`. Se non funziona comunque, passa il parametro `-f` seguito dall'indirizzo, senza spazi, come quinto parametro (sono le opzioni che l'ho passa a sendmail). NB: il return path può (e dovrebbe) essere scritto/riscritto dal server destinatario in base al dialogo che ha col server mittente, quindi potrebbe benissimo venire comunque ignorato. -- Lorenzo Breda
Re: Rock Pi
Il giorno ven 26 ago 2022 alle ore 16:17 Piviul ha scritto: > sempre su Amazon a 129€ la versione con 4GB[¹] contro i 179€ del raspberry > PI4 4GB[²] > Tieni però conto che questi sono prezzi totalmente assurdi da speculazione dovuta al fatto che, appunto, al momento l'attesa è di mesi. A listino quella Raspberry Pi sui rivenditori ufficiali non arriva a 70 euro, semplicemente non è in stock e chi la ha se ne approfitta. -- Lorenzo Breda
Re: Disfarsi di google safe browsing _ora_
Il ven 29 lug 2022, 16:05 Leandro Noferini ha scritto: > propendo per l’idea che il problema stia nel fatto che nel mio sito non ci > sono “identità forti” (vedi carte di credito), numeri di telefono e > scannerizzazioni di carte di identità sicuramente si tratta di un sito > pirata: come li capisco, poverini. > A occhio propendi male, essendo cosa comune a praticamente tutta internet. Non è con le manie di persecuzione che si migliora il web. -- Lorenzo Breda
Re: [OT]: disroot offre mail, cloud, chat, voice, ... per usi non commerciali
Il giorno lun 25 lug 2022 alle ore 23:41 Davide Prina ha scritto: > > però leggevo che è sempre più complesso riuscire a gestirsi un server > mail proprio. Il problema è che è sempre più difficile far accettare le > mail che provengono da questo dagli altri operatori sul mercato. > Sí, lo è, ma per motivi del tutto sensati: evitare il piú possibile l'invio di spam. Non essendo comunque la gestione di un server una cosa alla portata di chiunque, non mi lamenterei troppo. Si tratta di studiare altre due scemenze oltre a quelle già necessarie. Se sapevi configurare un server di posta alcuni anni fa, sai farlo anche oggi, basta capire quelle poche cose in più. > Leggevo, da una lista Debian, che le mail inviate da un dominio Debian > hanno sempre maggior difficoltà ad essere accettate. Questo mi pare molto molto falso. > La soluzione a cui stavo pensando è quella del server proprio, con un > proprio > dominio, ma come detto sembra poco praticabile di questi tempi e > probabilmente > sarà fortemente ostacolata prossimamente... > Questi atteggiamenti disfattisti, oltre ad avere pochissimo fondamento (la posta elettronica vive su meccanismi estremamente semplici, sempre migliorati nel tempo - o saremmo sommersi di spam molto piú di ora - e poco sovvertibili) scoraggiano le persone a provare a fare le cose, "perché tanto è inutile". L'unica cosa che la posta elettronica rischia è lo sparire in favore di altri sistemi con meno spam. Se la si vuol salvare, trovo che l'unica strada sia rassegnarsi a studiare un minimo come funzionano DKIM, DMARC e SPF (neanche è difficilissimo) e smettere di lamentarsi che il sistema cattivo ci vuole ostacolare. -- Lorenzo Breda
Re: dis-informazione su linux
Il giorno dom 24 lug 2022 alle ore 11:15 valerio < bardo_ml_deb...@fastwebnet.it> ha scritto: > > qualcuno ha dei commenti da fare? > > Solitamente, chi fa critiche - tipicamente meno superficiali di questa - di questo tipo fa riferimento al fatto che molte grandi aziende (Google e Microsoft massicciamente) contribuiscano allo sviluppo di Linux, in qualche modo influenzandolo. È una critica che trovo poco ricevibile, onestamente. Non trovo sia molto sensato che un prodotto Open Source debba necessariamente rimanere "amatoriale" e le grandi aziende private non debbano contribuire (anche perché lo usano, ed è bene che paghino ALMENO mettendoci qualche sviluppatore su). Inoltre ci sono software storici, come CUPS, per i quali trovo che gli effetti della collaborazione privata di vecchia data siano stati molto buoni. È allo stesso tempo però una critica assai lecita, sotto diversi punti di vista: il fatto che il kernel contenga un sacco di roba funzionale ad Android e poco altro è ben lontano dall'essere falso. -- Lorenzo Breda
Re: [OT] - Volume messaggi su debian-italian
Il giorno mar 31 mag 2022 alle ore 07:29 Paride Desimone < nos...@inventati.org> ha scritto: > Il 30 maggio 2022 22:12:43 UTC, WinterMute ha > scritto: > > nntp... A trovarne di questi server. Sembra che siano stati quasi tutti > smantellati. Qualcuno ne conosce uno di affidabile? > Eternal September. -- Lorenzo Breda
Re: [OT] - Volume messaggi su debian-italian
Io sono fondamentalmente un luker, ma: Il giorno lun 30 mag 2022 alle ore 08:30 Alessandro Baggi < alessandro.ba...@gmail.com> ha scritto: > > Quale è secondo voi la motivazione? > Piaccia o no, la posta elettronica è un oggetto poco comprensibile che si è costretti a usare al lavoro (e forse neanche lí) per la stragrande maggioranza delle persone, oggi. Figuriamoci le mailing list. Preistoria. -- Lorenzo Breda
Re: RaiseFS non più supportato dal 2022... ma i filesystem sono ormai obsoleti e da abbandonare?
Il giorno ven 25 feb 2022 alle ore 22:01 Marco Ciampa ha scritto: > On Fri, Feb 25, 2022 at 09:53:35PM +0100, Lorenzo Breda wrote: > > Mi rendo conto sia opinabile, ma mi sembra sia molto condivisa l'idea che > > un sistema operativo sia un software di basso livello che offre servizi > > a software di alto livello. > > Mi pare sia una definizione troppo generica. Eccone una migliore: > > https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_operativo Beh, "che gestisce le risorse hardware e software della macchina, fornendo servizi di base ai software applicativi" Minix è un sistema operativo? Sembra di si: > > https://it.wikipedia.org/wiki/MINIX > > eppure è embedded nei processori Intel per una sola funzionalità. > MINIX è decisamente un software di basso livello che fornisce servizi a software di alto livello. Non ho mai detto che se una cosa è embeded non è un sistema operativo né che se una cosa spesso viene usata di per sé e non per fornire servizi non sia un sistema operativo > > Mi domando: che senso ha la ricerca di definizioni di una riga per > sistemi complessi? Perché supersemplificare? Non è che se banalizziamo la > realtà la comprendiamo meglio, anzi... > Qui però che devo dirti? Non lo escludo, ma l'hai fatto tu per primo :P Personalmente trovo che se ci stiamo dicendo una cosa, spiegare cosa intendevo io dicendola sia non solo sensato ma addirittura fondamentale, perché non ci stavamo capendo. E mi sembra che tutt'ora sia cosí. -- Lorenzo Breda
Re: RaiseFS non più supportato dal 2022... ma i filesystem sono ormai obsoleti e da abbandonare?
Il giorno ven 25 feb 2022 alle ore 20:46 Mauro ha scritto: > pero', e qui c'e' un pero': anche un firmware, per quanto minimale sia > e' di per se un piccolo sistema operativo: quello strato software tra > hardware e applicazione. Minimalissimo, per carita', ma le sue > specifiche, ripeto, rappresentano un sistema operativo. > Mi rendo conto sia opinabile, ma mi sembra sia molto condivisa l'idea che un sistema operativo sia un software di basso livello che offre servizi a software di alto livello. In un ambiente in cui il software che gira è sostanzialmente uno e in cui nessuno fornisce servizi a nessuno, trovo molto molto arduo parlare di sistema operativo. -- Lorenzo Breda
Re: RaiseFS non più supportato dal 2022... ma i filesystem sono ormai obsoleti e da abbandonare?
Il giorno ven 25 feb 2022 alle ore 15:26 Piviul ha scritto: > Il 25/02/22 15:09, Lorenzo Breda ha scritto: > > Il giorno ven 25 feb 2022 alle ore 14:47 Piviul ha > scritto: > >> >> E come ti connetti al cloud non usi un sistema operativo di un qualche >> device? >> > > Posto che era 100% ironico, mica c'è bisogno di un OS per connettersi a un > cloud. È solo molto comodo. > > Ciao Lorenzo, potrà essere sembrata brusca la mia risposta soprattutto nel > clima degli ultimi messaggi in lista e me ne scuso... ma giusto per capire > se mi sfugge qualcosa, a cosa pensi quando dici che non ce n'è bisogno? > Pensi ai vari device che si connettono al cloud oppure pensi a qualche > diavoleria che non immagino che mi permette di usare un pc interattivo > senza che venga usato un OS? > No, molto semplicemente se si vuole per qualche motivo basare una infrastruttura sull'elaborazione remota in cloud, si possono benissimo creare dei dumb terminal privi di sistema operativo, con soltanto il software necessario a connettersi (che può essere un firmware o poco piú). -- Lorenzo Breda
Re: RaiseFS non più supportato dal 2022... ma i filesystem sono ormai obsoleti e da abbandonare?
Il giorno ven 25 feb 2022 alle ore 14:47 Piviul ha scritto: > > E come ti connetti al cloud non usi un sistema operativo di un qualche > device? > Posto che era 100% ironico, mica c'è bisogno di un OS per connettersi a un cloud. È solo molto comodo. -- Lorenzo Breda
Re: ot raspbian
Il giorno lun 18 ott 2021 alle ore 11:57 Paride Desimone ha scritto: > Uhm, una bomba a tempo allora... > No, semplicemente non separano il repos: gli aggiornamenti di debian security li recuperano e mettono nel repos principale. -- Lorenzo Breda
Re: LAN vulnerability scanner
Il giorno lun 20 set 2021 alle ore 11:55 Piviul ha scritto: > Ve l'ho fatta forse troppo lunga e finalmente vengo al dunque: siccome > ho altri dubbi sul loro scanner esiste uno scanner libero che rilevi i > problemi di sicurezza dei devices in una LAN? > > [¹] https://www.tenable.com/products/nessus/nessus-professional > > Nessus era Open Source. Un suo diffuso fork mantenuto aggiornato è OpenVAS < https://www.openvas.org/> -- Lorenzo Breda
Re: dove monta smartphone
Il giorno dom 18 lug 2021 alle ore 18:26 Filippo Dal Bosco - < fdb...@pente.it> ha scritto: > Se guardo alle proprietà vedo che lo smarphone monta così su USB > > > mtp://OnePlus_OnePlus_1b8cf5aa/ > > > che tipo di montaggio è? > Non è un montaggio. Il filesystem del telefono deve essere montato sul telefono, e non può essere contemporaneamente montato sia sul telefono che su un'altra macchina, si rischiano casini. MTP è un protocollo di comunicazione, un po' come FTP. Manda ordini via USB al sistema operativo del telefono, che si occupa di trasmettere e ricevere file e comandi. -- Lorenzo Breda
Re: USB Type-C
Il giorno mar 25 mag 2021 alle ore 12:22 Piviul ha scritto: > ma che standard è, si sono bevuti il cervello? > Non piú di quanto se lo siano bevuti con qualsiasi interfaccia di vasto utilizzo (o magari solo fisica), USB Type-A compresa. Il fatto che il grosso dei pc con USB-A abbiano la versione 3.x è estremamente recente, e c'è stata un epoca in cui avere USB-A non significava necessariamente avere USB 2. Avere porte USB-MIcroB tutt'ora spesso significa avere solo uno spinotto di alimentazione, figuriamoci. USB-C supporta USB 3.1 (e qualcosa superiore) e/o Thunderbolt. I monitor in questione sono Thunderbolt. -- Lorenzo Breda
Re: [OT] Lazio, portale prenotazione vaccino anti covid19
Il giorno mer 19 mag 2021 alle ore 10:00 Felipe Salvador < felipe.salva...@gmail.com> ha scritto: > > Avete esperienze in merito? > Prenotato diversi vaccini con Firefox su Windows e Debian e non ho notato alcuna differenza. -- Lorenzo Breda
Re: SWAT e configurazione di Samba [era: /etc/services reload]
Il giorno mer 20 gen 2021 alle ore 11:01 Luca Sighinolfi < lsighino...@autistici.org> ha scritto: > Le cose che non mi convincono sono: > 1. chi ha accesso ha il controllo totale del PC > 2. chiunque abbia accesso al PC può collegarsi al mio (poiché ho > impostato > il certificato). O sbaglio? > 1. No. Puoi restringere un certo utente (o un gruppo) in modo che possa accedere solo sftp e non ssh. Tua moglie però dovrebbe avere un account diverso dal tuo (magari in uno stesso gruppo così da poter dare i permessi in lettura al gruppo sui file). 2. No, ma ti sei già risposto da solo: certificato con password Non ho ancora capito se il PC di tua moglie è Windows o Linux, comunque. Nel secondo caso samba ha senso fino a un certo punto. Se il fine è condividere i file in rete locale, comunque, valuta Syncthing. -- Lorenzo Breda
Re: SWAT e configurazione di Samba [era: /etc/services reload]
Il mar 19 gen 2021, 20:06 Luca Sighinolfi ha scritto: > > A questo punto, la prossima domanda è: > Ma il servizio di amministrazione di Samba via browser esiste ancora? > Cosa si usa per configurare Samba, oggi? > Voi come fate? > Il file di configurazione, `/etc/smb.conf`, è estremamente semplice e ricco di esempi nei commenti di default.
Re: php e webserver.
Il dom 17 gen 2021, 20:47 Gollum1 ha scritto: > > ok, ma l'interprete è comunque sempre dato dal pacchetto php (o php7), > giusto? questo vuole a sua volta apache... mho ora provo con il > pacchetto che mi hai suggerito e vediamo cosa si porta dietro Come spesso avviene in Debian, PHP è un metapacchetto con varie cose utili all'uso di PHP out-of-the-box. php-cli è l'interprete command line di PHP, e php-fpm è lapplication server (utile sia con apache che con nginx in una configurazione-tipo moderna). Probabilmente dovrai poi installare diverse librerie php-qualcosa a seconda di ciò che devi fare. -- Lorenzo Breda
Re: scelta client BitTorrent
Il lun 28 dic 2020, 14:06 Marco Bertorello ha scritto: > > * supporto ai feed rss, con tanto di regole per il download automatico > * software di terze parti > (https://github.com/fedarovich/qbittorrent-cli) per la gestione via > command line > * interfaccia web da cui si può fare quasi tutto quello che si può fare > dalla gui (a parte purtroppo la gestione dei feed rss). > > Scrivo perchè mi interesserebbe capire se queste feature sono presenti > anche in altri software analoghi, possibilmente GTK based. > Transmission ha tutto quello che cerchi tranne i feed RSS, ma ci sono diversi tool du terze parti che ti aggiungono torrent da feed. -- Lorenzo Breda >
Re: ot
Il sab 26 dic 2020, 10:46 Riccardo Galli ha scritto: > Il 25/12/20 12:38, giovanni.bello...@inventati.org ha scritto: > > Lasciamo che la tenerezza di Dio riscaldi il nostro cuore." (Papa > > Francesco) > > Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono > venuto a metter pace, ma spada. Perché sono venuto a dividere il figlio > da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; e i nemici > dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua. (Matteo 10:35,36) > > Tenero questo dio Prendere un pezzetto di un capitolo peraltro piuttosto chiaro (e che parla dell'incapacità dell'uomo di accogliere idee nuove, non certo della bontà o meno di Dio) sarebbe molto disonesto se non mi sembrasse semplicemente ignorante. Parlare di cose che non si conoscono neanche lontanamente è un grande vizio della nostra epoca, ma farlo per fondarci una critica mi pare proprio controproducente. Va bene criticare il cristianesimo - anche se non mi pare questa la sede, ma probabilmente non lo è neanche per gli auguri -, ma farlo prendendo un brano molto chiaro nel suo contesto e commentandolo in una maniera così ignorante qualifica solo cji lo fa come mancante di argomenti migliori. -- Lorenzo Breda
Re: OT - Telefonate truffaldine da un denominatore comune
Il giorno dom 11 ott 2020 alle ore 15:48 Portobello < c.portobe...@fastwebnet.it> ha scritto: > > Quindi ho iniziato a fare dei ragionamenti. > - Ci sono dei truffatori in quelle stanze. > - Hanno hackerato i loro call center e non se ne sono accorti, quindi > sono un po sprovveduti, dal punto di vista tecnico. > Credo ci sia anche da fare il ragionamento che specie noi che un minimo dovremmo capire di informatica la finissimo di considerare il "l'ho letto su internet" un giustificato motivo di affermare cose. +39 è il prefisso internazionale italiano. Lo usa anche la Città del Vaticano (che ha, parallelamente, il suo). La Città del Vaticano ha come prefisso distrettuale lo 06, quello di Roma (strano, eh?). All'interno del distretto di Roma hanno la numerazione 698, che gestiscono ai fatti come fosse un centralino, cogli interni. I numeri vaticani con prefisso internazionale italiano iniziano con +3906698, di solito seguito - ma non è detto - da cinque cifre di interno. +39051 è il distretto di Bologna, che per quel che ne so non è in Vaticano, né il Vaticano è a Bologna. Gli altri numeri citati nelle mail sono +390438, Codegliano (VE) e +39389, numerazione mobile (come credo tutti sappiamo, per i prefissi che iniziano con 3). Capisco il gran divertimento nell'immaginarsi il Vaticano hackerato, però dai, seriamente, un po' di buon senso. -- Lorenzo Breda
Re: Vecchio comando 'tput sgr0': con cosa sosituirlo?
Il giorno dom 11 ott 2020 alle ore 00:00 Ennio-Sr ha scritto: > sto ri-esaminando a distanza di mooolti anni, dei vecchi script in cui > ripulivo lo schermo (forse solo dai colori usati in precedenza) > richiamando '$Reset' che, in pratica, usava il comando in oggetto. > > Oggi quel comando non viene più riconosciuto e non ne trovo traccia in > man tput. > Non mi risulta, o quantomeno mi funziona perfettamente. Ho il tput fornito da ncurses-bin 6.1+20181013-2+deb10u2. -- Lorenzo Breda
Re: comparazione fra files
Il giorno lun 3 ago 2020 alle ore 17:43 Piviul ha scritto: > Non c'è altro modo dii farlo se non controllando riga per riga se è > presente negli altri files? Non esiste un diff al contrario? > A patto che i file siano ordinati alla stessa maniera, `comm`. -- Lorenzo Breda
Re: Video conferencing open source delle scuole italiane durante il COVID19
Il lun 11 mag 2020, 08:04 Paolo Redaelli ha scritto: > > Ci sarebbe Moodle https://moodle.org/ che è libero e disponibile anche > come "comodo e facile servizio a pagamento". > > Mi pare strano che non sia citato, ha pur sempre il 18% del mercato > statunitense dell'e-learning secondo Wikipedia. > Credo sia usato soprattutto dalle università, che già lo usavano ampiamente. Se non è cambiato da quando lo usavo io all'università, manca della parte video, essenziale per le scuole primarie e secondarie, e di una messaggistica comoda da cellulare (praticamente nessun utente ha un PC). -- Lorenzo Breda >
Re: Video conferencing open source delle scuole italiane durante il COVID19
Il dom 10 mag 2020, 23:49 Giuliano Grandin ha scritto: > > Guarda, nessuna indicazione ministeriale > Questo è semplicemente falso. Il ministero ha indicato eccome una serie di piattaforme certificate. Mi pare siano tutte piattaforme complete (non solo video), e nessuna Open Source. Non sono imposte, ma ci sono. Poi molte scuole hanno proceduto a caso perché la situazione sia del recepimento delle indicazioni governative (che normalmente consiste nel dire che non c'è nessuna indicazione senza neanche controllare), sia della formazione dei team digitali (ho visto scuole in cui il team digitale è gestito da gente che a malapena sa accendere un PC) è disastrosa. Molti usano Jitsi per la parte di videochat, ma la realtà è che purtroppo va integrato con altri strumenti per la formazione a distanza ed è comunque molto molto insufficiente (è strutturalmente una chat IRC in un mondo di software concepiti in modo più moderno), e lo dico da persona che lo consiglia a clienti che non hanno esigenze maggiori di così. Il resto è affidato totalmente a piattaforme chiuse (tipicamente Google, ma anche TIM e Microsoft) per semplice incapacità di installarsele. -- Lorenzo Breda >
Re: .local
Il giorno sab 11 apr 2020 alle ore 16:14 Davide Prina < davide.pr...@gmail.com> ha scritto: > On 11/04/20 12:15, Lorenzo Breda wrote: > > Il sab 11 apr 2020, 10:56 Davide Prina ha scritto: > > > > In che senso? A me pare riservato esattamente per l'uso che ne fa. > > perché, come detto, ci sono alcune cose che presuppongano che il dominio > .local sia libero. > > Ad esempio avahi non funziona e ti dovrebbe dare il seguente errore (ho > cercato su internet): > Non so se ho capito male io, ma quello che faceva, probabilmente senza neanche saperlo, è proprio usare un servizio del genere. Anche io uso amplissimamente il dominio .local per raggiungere le macchine a casa mia, ed è Avahi che si occupa della cosa. -- Lorenzo Breda
Re: .local
Il sab 11 apr 2020, 10:56 Davide Prina ha scritto: > On 09/04/20 17:42, dotdeb wrote: > > > Fin'ora usavo collegarmi alle maccine di casa usando il dminio ".local" > > cosa da evitare: il dominio .local è riservato per uso interno. In che senso? A me pare riservato esattamente per l'uso che ne fa. -- Lorenzo Breda
Re: come installare chrome su debian-10.3.0-amd64
Il sab 11 apr 2020, 11:12 Nicola Cantalupo ha scritto: > posso utilizzare la sincronizzazione dell'account Google su chromium? > Sì. -- Lorenzo Breda
Re: Problema installazione Client Mega su Debian 10.3 Stable
Il giorno mer 19 feb 2020 alle ore 21:33 Andrea Franco ha scritto: > Eseguendo da terminale quanto sotto: > > root@macchina:/home/andrea# dpkg -i megasync-Debian_10.0_amd64.deb > > dpkg: attenzione: "ldconfig" non è stato trovato in PATH o non è un > eseguibile > dpkg: attenzione: "start-stop-daemon" non è stato trovato in PATH o non è > un eseguibile > dpkg: errore: 2 programmi attesi non sono stati trovati in PATH o non sono > eseguibili > Nota: la variabile PATH di root dovrebbe contenere /usr/local/sbin, > /usr/sbin e /sbin > Molto probabilmente `su -` invece di `su` e risolvi. -- Lorenzo Breda
Re: utente root
Il dom 3 nov 2019, 12:01 gerlos ha scritto: > > Se vuoi impedire l'accesso di root via SSH basta aggiungere l'opzione > "PermitRootLogin no" alla configurazione di sshd (anche altri servizi hanno > opzioni simili). > Sottolineo la cosa, e ricordo, nel caso fosse quello il motivo (perché ancora è un grande mistero), che la security through obscurity è dimostratamente il male. -- Lorenzo Breda >
Re: utente root
Il giorno sab 2 nov 2019 alle ore 22:31 Filippo Dal Bosco - ha scritto: > se io nel file > > /etc/passwd > > da root trasformo con un editor uno standard utente pippo > > pippo:x:1000:1000:pippo,x,x,x,x:/home/pippo:/bin/bash > > in > > pippo:x:0:0:pippo,x,x,x,x:/home/pippo:/bin/bash > > pippo diventa uguale a root ? > Come ti è stato detto già, sì, a patto di cambiarlo anche in `/etc/shadow` o avrai problemi per il login. I programmi fatti bene continueranno a funzionare correttamente, perché si basano sull'uid. Potrebbero però esserci file di configurazione di vario tipo (mi viene in mente il server di posta) che giocoforza si basano sul nome utente, quindi smetteranno di funzionare correttamente (banalmente, una mail inviata a root@host resta una mail inviata a root@host, se root non c'è non arriva). Detto questo, e dettolo solo perché se mi si chiede una soluzione a un problema invece di espormi il problema, tendo a darla comunque, ti chiedo: sicuro sia la soluzione al tuo problema? Non vedo davvero motivi sensati per fare una cosa del genere. -- Lorenzo Breda
Re: utente root
Il sab 2 nov 2019, 20:09 Davide Prina ha scritto: > On 01/11/19 15:15, Filippo Dal Bosco - wrote: > secondo me poi dovresti avere grossi problemi. > > Ad esempio > $ su > > equivale a scrivere > $ su -l root > > se root non esiste più quel comando, secondo me, va in errore. > No. `su` di default usa l'uid 0, qualunque sia (o siano) l'utente associato. -- Lorenzo Breda
Re: utente root
Il ven 1 nov 2019, 21:35 Mauro ha scritto: > > non viene usato il nome. tutti i controlli si fanno usando l'uid e il gid. > Vero ma semplicistico. Rinominare un utente può avere effetti collaterali sui programmi che ci fanno riferimento, come tipicamente il server di posta. Non è una peculiarità di root, vale per qualsiasi utente, ma software che possono fare riferimento a root esistono senz'altro. -- Lorenzo Breda
Re: Progettare siti internet con Open Source
Il giorno gio 17 ott 2019 alle ore 19:31 Franco Peci ha scritto: > > Mi unisco anch'io a quello che ti hanno già detto. > Da diversi anni mi diletto nella realizzazione di siti in php: che > possono essere, quindi, aggiornati mediante form e maschere che colloco > in pagine protette da password. Se si vuole investire del tempo in qualcosa che poi ne fa risparmiare moltissimo, consiglio di usare qualche framework, Laravel su tutti. > Se vuoi parti da https://www.w3schools.com/ è un po' la bibbia dei > webmaster dilettanti come me. Oggi è amplissimamente superato da MDN. -- Lorenzo Breda
Re: debian 10 xorg in ambito server
Il giorno mer 16 ott 2019 alle ore 11:19 marco ha scritto: > > Purtroppo me lo richiede anche in una testing con installatti pacchetti > minimali. Mi installa anche i noveau ma sono buggati e non riesco al 90% > a loggarmi xche' ho schermata nera. Sono costretto allora a accederci in > remoto perche' fisicamente se cerco di loggare mi appare black screen Curioso, non ho mai avuto problemi a installare Debian senza x. Comunque ctrl-alt-F1 (o altro fino a F6) e hai un terminale testuale. Per ottenere il login testuale all'avvio al posto del display manager il comando mi pare sia `systemctl set-default multi-user.target`. -- Lorenzo Breda
Re: debian 10 xorg in ambito server
Il giorno mer 16 ott 2019 alle ore 10:50 marco ha scritto: > > Buon giorno a tutti, da quando un'installazione minima da netinstall per > scopi produttivi in ambito server richiede la presenza di xorg? Dipende server cosa. Server web/posta/simili ovviamente no. -- Lorenzo Breda
Re: Progettare siti internet con Open Source
Il dom 13 ott 2019, 11:36 Giuseppe Naponiello ha scritto: > Ciao Portobello, >> >> La questione è che forse ho la possibilità di fare un corso di "Grafica >> multimediale e Web design", se passo la selezione. >> Pare che in quel corso usino quei software che ho elencato qui sopra. >> > > se davvero nel corso usano quei programmi, allora mi sento di > consigliarti, sinceramente e senza polemiche, di cercare altri corsi. > Concordo, soprattutto per quanto riguarda la presenza di Dreamweaver, improponibile per chi inizia nel 2019. Per quanto riguarda l'esclusiva parte grafica, l'unico strumento che tra quelli mi pare effettivamente utilizzato (al fianco di cose molto più specifiche) è Photoshop. Se non hai tempo/voglia di imparare le basi (html, css, e oggi aggiungerei > anche javascript e php...e se proprio vuoi spaziare inserirei anche > python), che dovrai comunque conoscere almeno un po', qualunque strada tu > scelga, orientati sui CMS di cui ti parlava Paolo Redaelli. > E in tutto questo abbiamo dimenticato una parte importante: i database. > Accanto ai CMS trovo sia importante essere a conoscenza del fatto che per i siti statici esistono, e sono molto più flessibili, i generatori di siti statici. Nel 2019 non ti impari Dreamweaver (che sempre a fare siti statici serviva), ma le basi di qualche generatore, come Jekyll. Non sarà un'interfaccia WYSIWYG, ma oggi le cose si fanno bene, non coi giocattoloni di anni fa. -- Lorenzo Breda >
Re: Progettare siti internet con Open Source
Il giorno sab 12 ott 2019 alle ore 18:45 Portobello ha scritto: > > > Ho sentito dire che i software proprietari utilizzati sono : > Illustrator -Photoshop - Dreamweaver – Premiere. > > Quali sono gli omologhi software open source che più assomigliano e che > possono fare circa le stesse cose ? Credo tu debba prima di tutto chiarirti bene cosa vuoi fare. Al netto di Dreamweaver, che credo oggi sia concettualmente obsoleto, e Premiere, che con lo sviluppo di siti internet c'entra veramente pochissimo, i software che elenchi sono per lo sviluppo, neanche troppo professionale, della sola grafica dei siti internet. Per restare aderenti alla tua domanda, il principale corrispettivo di Illustrator è Inkscape, il principale corrispettivo di Photoshop è GIMP. I corrispettivi di Premiere sono diversi, diciamo Kdenlive e Shotcut. Dreamweaver non credo abbia un corrispettivo sensato, dato che è molto tempo che i siti non si fanno a quel modo nel mondo reale. Un tempo c'era NVU. -- Lorenzo Breda
Re: Repository Debian powerpc
Il giorno gio 10 ott 2019 alle ore 12:05 Dede Carli ha scritto: > > Scusa, casini con la posta… > La rete funziona, con il browser anche… ma se Synaptic vede i pacchetti non > significa che riesce ad accedervi? No. Un repository di fatto si compone di due cose: l'indice dei pacchetti (che è un indice coi dati di ogni pacchetto, come nome e dipendenze, e l'indirizzo dove scaricarlo) e l'effettivo storage dove i pacchetti si trovano. Il fatto che synaptic veda i pacchetti significa che riesce a scaricarsi l'indice e a consultarlo (cosa che peraltro funziona infatti anche offline). Che poi i pacchetti siano davvero reperibili all'indirizzo specificato dall'indice è tutt'altro paio di maniche. -- Lorenzo Breda
Re: [OT] Sistema operativo per Smartphone
Il sab 5 ott 2019, 20:34 Davide Prina ha scritto: > > Però del resto non riesco a non dirti da parte mia che > > non credo affatto nel liberismo; il mercato va governato se vuoi portare > > avanti una idea di società, di stato (che dovrebbe essere espressa nella > > costituzione). Ultimamente sto pensando che i dazi dovrebbero essere > > direttamente proporzionali a quanto il sistema di produzione del > > prodotto si discosti dalla tua idea di società... > > però a questo punto, riportando un po' meno OT la discussione, ti > chiederei come mai utilizzi Debian. Debian, come il software libero, > permette a tutti di partecipare alla realizzazione e permette e a tutti > di utilizzarlo... naturalmente rispettando delle regole di base. > Onestamente capisco sempre molto poco queste obiezioni. Io condivido parecchio, anche se non tutto, della filosofia che è dietro Debian. Debian però lo uso perché è uno strumento di lavoro, ciò non ha nulla a che fare con la sua filosofia di gestione e sviluppo. Non vedo nulla di strano nell'usare un software, o una distribuzione software, senza condividerne la filosofia. -- Lorenzo Breda
Re: consiglio tavoletta grafica
Il giorno ven 9 ago 2019 alle ore 17:57 Piviul ha scritto: > Ciao a tutti, volevo avere un consiglio su una tavoletta grafica > supportata da debian per una bimba di circa 13 anni. Le wacom sono tutte > supportate? Esistono altre marche ben supportate? > Vedo che sei stato già ampiamente consigliato. Aggiungo che io uso una Wacom Intuos Photo (che è identica ad altre Intuos di quella serie, "Photo" indica il corredo software per Windows) vecchio modello, ché vedo che ne è uscito un altro (Wacom Intuos S), e va molto molto bene. Direi addirittura meglio che su Windows, dove il driver fa schifo e a ogni aggiornamento fa un casino. Personalmente ritengo che sotto la fascia medio-bassa di Wacom è meglio non andare, il rapporto qualità/prezzo è eccezionale e sono oggetti molto durevoli per quanto costano. Inoltre per qualche motivo il supporto alle Wacom su Linux è decisamente buono e senza complicazioni. Non so come vada il bluetooth su quelle nuove, sulla mia non c'è, ma c'è un costosissimo modulo da attaccarci per il wireless, con ricevitore USB). Posso dirti che il modulo è indistinguibile dal cavo come reattività, ma difficilmente spendere quella cifra ha senso. Io la uso con GIMP (mi serve per l'editing fotografico) ma i programmi che supportano la tavoletta sono molti. Buon divertimento alla ragazza! -- Lorenzo Breda
Re: ssd, trim, e raspbian
Il mer 17 lug 2019, 19:27 Davide Prina ha scritto: > On 17/07/19 00:12, Paride Desimone wrote: > > mi potresti fare un esepio di uno smartphone > > di progetti, funzionanti con solo software libero, nel tempo ho letto > che ce ne sono alcuni. > Ce ne sono diversi, ma mi pare si parlasse di hardware libero. -- Lorenzo Breda
Re: ssd, trim, e raspbian
Il giorno mer 17 lug 2019 alle ore 09:12 Piviul ha scritto: > Il 17/07/19 00:12, Paride Desimone ha scritto: > > [...] > > Smartphone invece non ne conosco, mi potresti fare un esepio di uno > > smartphone, mi interesserebbe moltissimo. > Credo o almeno spero che i fairphone[¹] lo siano. > Se non erro hanno un SOC Qualcomm non aperto, di fatto esattamente come la Raspberry Pi. In ogni caso, non sono disponibili, da tempo. -- Lorenzo Breda
Re: comunicare con una seriale
Il giorno ven 7 giu 2019 alle ore 11:51 Piviul ha scritto: > > Ciao a tutti, mi chiedono se con linux ci sono software per comunicare > con bilance elettroniche con uscita seriale. Ho visto che ci sono > parecchi software per windows, ma per linux nulla... ma come si leggono > i dati provenienti da una seriale con linux? Basta un tail -f /dev/ttyS? Leggere su seriale puro, screen. screen /dev/ttyS baud (numero di baud al posto di "baud") -- Lorenzo Breda
Re: standard per url
Il giorno mer 22 mag 2019 alle ore 17:00 Piviul ha scritto: > > Ciao a tutti, che voi sappiate esiste uno standard per creare un file > che rappresenta un internet/intranet uri? Ho capito cosa intendi, ma ne dubito. Windows ha il concetto di link a un sito internet (esattamente identico ai link a file), ma non mi pare esista una cosa universle o per Linux. Puoi, ma è un po' una schifezza, fare un semplice html con dentro un'istruzione di redirect. -- Lorenzo Breda
Re: [OT - javascrpt] attivare un div inserito dinamicamente.
Il giorno lun 9 lug 2018 alle ore 10:22 Gollum1 ha scritto: > >La div di blocco non serve a niente, quello che devi fare è > >sganciare la tabella/le righe da riordinare dal DOM e riagganciarle > >alla > >fine. > > Questo non mi è chiaro, se le tolgo dal DOM, come posso poi invertire le > righe? > Tu stai cercando di ordinare dei dati. Devi lasciar perdere il dom, mettere i dati in un array/dizionario/quelcheè, ordinarli con un opportuno algoritmo di ordinamento (Javascript ne mette a disposizione a decine) e ricostruire poi la tabella con i dati ordinati. Se provi a ordinare la tabella invece dei dati hai ovviamente un hoveread pauroso. -- Lorenzo Breda
Re: Lentezza nella risoluzione dei nomi
Aggiungo, fatto venire in mente dai test consigliatimi. `nslookup google.com 1.0.0.1` è istantaneo, `nslookup google.com` no, ma ci mette un secondo o meno. Da questo noto che al momento 1.1.1.1, che è il primario consigliato da Cloudflare, al momento è down. La cosa però influisce più del dovuto: ok che fallisce, ma non dovrebbe metterci più di un secondo a rispondere. Che sia qualche impostazione per cui fa il retry sul primario n volte prima di passare al secondario?
Re: Lentezza nella risoluzione dei nomi
Il giorno mar 12 giu 2018 alle ore 12:41 Nicola Manca < nicola.manc...@gmail.com> ha scritto: > Non sono un grande esperto, ma dal tuo report mi sembra che di fatto non > riesci a raggiungere entro 30 salti la macchina 1.1.1.1 (presumo sia il > DNS). > In questo momento 1.1.1.1 non risponde ne al ping ne alle richieste DNS: > 'nslookup www.google.com 1.1.1.1' > è possibile che sia giù e che le altre macchine stiano usando la loro > cache per risolvere i nomi. > Sì, scusami moltissimo, ho copincollato senza ragionare minimamente preso da altre cose. Come dns secondario ho 1.0.0.1, che è della stessa azienda (sono i DNS pubblici forniti da Cloudflare, generalmente molto veloci). Questo il tracert sulle due macchine: <https://pastebin.com/B6KuyhYe>. Mi pare effettivamente paragonabile. -- Lorenzo Breda
Re: Lentezza nella risoluzione dei nomi
Il giorno mar 12 giu 2018 alle ore 12:01 Piviul ha scritto: > > hai controllato /etc/nsswitch.conf? > Sì, per quello che ne capisco è ragionevole. Hosts è impostato a " files mdns4_minimal [NOTFOUND=return] dns myhostname". Nel dubbio ho scambiato dns e mdns, cosa che comunque mi entusiasma fino a un certo punto, ma nulla. -- Lorenzo Breda
Re: Lentezza nella risoluzione dei nomi
Il giorno mar 12 giu 2018 alle ore 11:25 Nicola Manca < nicola.manc...@gmail.com> ha scritto: > Ciao, > Come primo test potresti fare un traceroute sul server DNS da quella > macchina e da un'altra per vedere se magari c'è qualche differenza o un > salto particolarmente lento. > Ciao, Grossomodo c'è un problema ovunque: <https://pastebin.com/4we8avEz> Grazie, -- Lorenzo Breda
Lentezza nella risoluzione dei nomi
Salve a tutti, Lo so che potrebbe sembrare OT e soprattutto "trovatelo su Google", ma sto cercando da un po' e non riesco a risolvere. Utilizzo Debian Testing, e da alcuni giorni la risoluzione dei nomi su Internet è diventata mostruosamente lenta, qualcosa come cinque secondi tra la richiesta e la risoluzione. - Non avviene per i nomi locali (quelli in /etc/hosts, faccio lo sviluppatore di sistemi online e ho un /etc/hosts piuttosto grasso) - Non è colpa del DNS (uso quelli di Cloudflare, su altre macchine della stessa rete non danno problemi) Che strumenti mi mette a disposizione Debian per capire cosa diamine stia avvenendo? -- Lorenzo Breda
Re: Amazon Kindle
Il giorno gio 3 mag 2018 alle ore 11:51 Giuseppe Turrisi < giuseppeturrisi...@gmail.com> ha scritto: > a) l'IVA sta al 22% rispetto al 4% del cartaceo. Non è più vero da tempo. -- Lorenzo Breda
Re: Amazon Kindle
Il giorno mer 2 mag 2018 alle ore 12:21 Filippo Dal Bosco <fdb...@pente.it> ha scritto: > il ascolto i miei cd con VLC e non mi risulta che per farlo li craki. Se sono recenti, no, perché le major si sono arrese al fatto che è inutile proteggerli. Se sono di qualche anno fa, sì. > Microsoft Media Player legge cd e dvd. Facendolo si collega ad un > database microsoft ed estrae informazioni aggiuntive sul cd. Anche > microsoft cracca? E chi le ha passato i dati aggiuntivi del cd che ha > nel suo sterminato database ? Non so che versione tu abbia. Da Windows 8 (compreso) in poi, e in Windows 7 Starter, il playback di DVD protetti non mi sembra sia supportato, a meno di non installare qualche sistema che li decifri sostituendosi al codec. > Per altro se cosÌ fosse e uno vuole essere perfetatmente nella legalità > ci sono sempre i lettori cd e dvd da attaccare allo stereo. Certamente. Ma tu parlavi di copia legale a casa, non di fruire. Il supporto fisico non differisce dallo streaming o dall'acquisto di ebook su Amazon, è concettualmente una licenza di vedere. E, di nuovo, in Italia è legale crackarlo una volta acquistato. -- Lorenzo Breda
Re: Amazon Kindle
Il giorno mer 2 mag 2018 alle ore 11:54 Filippo Dal Bosco <fdb...@pente.it> ha scritto: > vuoi una copia legale a casa ? compri i cd ed i dvd. Deve esserti sfuggito che hanno i medesimi problemi, e non li noti solo perché sono sistematicamente craccati in automatico dai programmi con cui li apri. -- Lorenzo Breda
Re: Amazon Kindle
Il giorno mer 2 mag 2018 alle ore 11:45 Paolo Redælli < paolo.redae...@gmail.com> ha scritto: > Però per aprirli immagino tu debba usare il loro applicativo da un dispositivo online. > Se fosse quello il caso significa che quando amazon "sparirà", niente più libri. No, devi usare un qualsiasi software compatibile con gli Adobe DRM, per esempio ADE. E, ribadisco, è perfettamente legale togliere la protezione per uso personale. -- Lorenzo Breda
Re: whatsapp su emulatore android
Il giorno lun 30 apr 2018 alle ore 12:00 Gollum1 <gollum1.smeag...@gmail.com> ha scritto: > In realtà ho letto che c'è pure una versione per PC, che però non ti impedisce di dover associare un numero. Non so se funziona come la versione via web, che richiede comunque la presenza di uno smartphone, perché il traffico è comunque fatto attraverso lo smartphone. Sì, è la versione "installabile" di WhatsApp web. -- Lorenzo Breda
Re: Amazon Kindle
Il giorno ven 27 apr 2018 alle ore 18:10 Filippo Dal Bosco <fdb...@pente.it> ha scritto: > tu compri in base ad un contratto. Lì ci sono le regole. In quello > amazon non ci sta il diritto di leggere su qualsiasi dispositivo. Se > non ti piace questo contratto non compri da Amazon ma da altri. Una > banale regola che esite nel mondo da quando esistono gli scambi di > prodotti. E ok, discorso lecitissimo, ma se la legge ti permette di non rispettare determinate clausole contrattuali perché abusive di una libertà che la legge ti garantisce, puoi non rispettarle. Resta un discorso che non c'entra assolutamente nulla con quello introdotto da te riguardo il diritto di essere pagati. -- Lorenzo Breda
Re: Amazon Kindle
Il giorno ven 27 apr 2018 alle ore 17:01 Filippo Dal Bosco <fdb...@pente.it> ha scritto: > Il giorno ven, 27/04/2018 alle 11.02 +0200, Enrico Agliotti ha scritto: > > Il 26 aprile 2018 22:24, Filippo Dal Bosco <fdb...@pente.it> ha > > > > cosa c'entrano i soldi? > > Qui si sta parlando di DRM non di scaricare gratis. > > Io ho sempre pagato i libri che avevo bisogno di leggere ma non > > tollero che qualcuno limiti la mia libertà. > > nel mondo la nostra libertà e sempre inevitalmente limitata dalla > libertà degli altri > > esiste la realtà del mondo ed in questa realtà c'è il mercato. [...] > Tutto molto vero, ma non stai centrando il punto della risposta di Enrico (né della mia, ne ho data una analoga): si stava parlando di DRM, tu ti sei messo a parlare di soldi, come se non volere i DRM significasse volere le cose gratis. Semplicemente non è così. Mettersi a parlare di "diritto di essere pagati" quando si sta parlando di "diritto di leggere su qualunque dispositivo ciò che compro" è semplicemente fuori tema. -- Lorenzo Breda
Re: Amazon Kindle
Il giorno gio 26 apr 2018 alle ore 22:25 Filippo Dal Bosco <fdb...@pente.it> ha scritto: > > io non protesto. Tu hai un lavoro e per il tuo lavoro vuoi giustamente > essere pagato. Offri una prestazione e vuoi una ricompensa. Non > comprendo perchè altri, invece, debbano lavorare senza ricompensa. > Nulla è gratis, tutto costa. > Il problema sorge, e lo fa, quando io ti pago e non posso usufruire come voglio di ciò per cui ti ho pagato. Io cracco regolarmente (su una macchina Windows, è l'unica) tutti gli eBook che compro per il mio Kobo (non li compro soltanto sullo store ufficiale), sia perché talvolta quelli comprati su store terzi il Kobo non è in grado di decifrarli, sia perché mi capita di doverli aprire su Linux o sul mio telefono e non posso se sono protetti. -- Lorenzo Breda
Re: Debian disponibile su microsoft store?
Il giorno gio 8 mar 2018 alle ore 10:21 Federico Di Gregorio <f...@dndg.it> ha scritto: > > Questo permette agli sviluppatori che usan Linux sui server ma che > preferiscono sviluppare in Windows (bleah, de gustibus) di avere un > ambiente completamente compatibile senza macchine virtuali o docker. > A volte devi sviluppare sia su Windows che su Linux, e non certo per gusto. È veramente molto molto comodo poter avere un ambiente Linux abbastanza completo sotto Windows, e trovo ottimo che ora ci sia anche Debian. A scanso di equivoci: no, non lo vendono, lo "Store" è semplicemente il "gestore di pacchetti" di Windows, semplificando un po' il concetto. -- Lorenzo Breda
Re: [OT] Porta pollaio automatica
Il giorno lun 19 feb 2018 alle ore 16:16 Piviul <piv...@riminilug.it> ha scritto: > > È che debian lo conosco abbastanza (anche se su arm) e mi sento più a > casa... dici che in ogni caso sia meglio orientarsi su Arduino anche se > l'OrangePI PC ce l'ho già? > L'Arduino è decisamente il prodotto più adatto. Non c'entra nulla con OrangePi, ti accorgerai facilmente che dire "è meglio orientarmi sull'Arduino anche se l'OrangePi ce l'ho già" è grossomodo equivalente a chiedere se sia meglio usare l'Arduino se si ha già una lavatrice. L'Arduino non è un computer, è un oggetto programmabile che permette, in soldoni, di produrre un determinato output (l'apertura del pollaio, per esempio) in seguito a determinati input (la luce ambientale, ad esempio). Per non ritrovarti un pollaio vuoto, però, ribadisco il consiglio già dato da qualcuno: elabora prima di tutto un progetto completo e sensato, che ad esempio non lasci fuori le galline solo perché amano tirar tardi la sera. -- Lorenzo Breda
Re: macchine remote e kernel obsoleti
Il giorno lun 4 dic 2017 alle ore 12:15 Giuseppe Naponiello < beppen...@gmail.com> ha scritto: > [...] > Finito tutto per curiosità controllo il kernel in uso: > uname -v > e mi stampa il kernel vecchio > > Immagino sia normale e vi chiedo: > per rendere effettive le modifiche devo aggiornare anche > grub: update-grub2? > devo riavviare la macchina? > Sì, devi riavviare. uname mostra il kernel in uso, non l'ultimo installato, e per usare un kernel devi fare boot. > Nel secondo caso ci possono essere controindicazioni o precauzioni da > prendere, considerando che lavoro via ssh e che la connessione verrà > interrotta? > Beh, se le cose sono andate male non riparte :P Nulla che non si possa risolvere dal pannello del tuo hoster, comunque, vai tranquillo, difficile ci siano problemi. -- Lorenzo Breda
Re: Dubbi: immagini nel db (base64) o esterne con url? inoltre SQL o NOSQL?
Il sab 28 ott 2017 18:10 maxlinux duemila <maxlinux2...@gmail.com> ha scritto: > [...] > ora sono in dubbio se codificare le immagini con base64 e inglobarle > nel db, o se semplicemente registrare la url in un campo, e mettere le > immagini nel filesystem come si è sempre fatto finora. > > sono anche in dubbio se usare il classico SQL (mysql/postgres) o un > NOSQL tipo couchdb + pouchdb o similari. > voi che fareste? Mi pare molto molto OT. In linea generale le immagini le terrei fuori. Il filesystem è un database, è fatto apposta e offre molti vantaggi (strutture standard per l'accesso ai file - syscall comprese, che molti linguaggi usano direttamente -, nessuna necessità di usare risorse per la decodifica quando il file viene richiesto...) Poi però, come sempre, dipende da che deve fare l'applicazione. Ci sono casi in cui i vantaggi offerti da un sistema di basi dati sono rilevanti, ad esempio se va garantita la consistenza in ogni momento tra i dati del db e le immagini (su db ad esempio puoi fare transazioni che comprendano anche le modifiche all'immagine, mentre se l'immagine è su filesystem il database e il file non possono essere modificati in un'unica operazione atomica). Per quanto riguarda il tipo di database non ti so aiutare, dipende enormemente dal tipo di applicazione e dalla struttura dei dati, cose su cui non hai dettagliato abbastanza. -- Lorenzo Breda
Re: Vps
On sab 9 set 2017 17:40 Marco Pirola <mapirol...@gmail.com> wrote: > Ciao a tutti sto' cercando un servizio qualita prezzo economici. Ho gia > provato il cloud di aruba ma mi sono trovato male. Ho provato anche a > registrarmi su netsons ma mi chiede la partita iva. Che mi consigliate? > È un po' OT, ma comunque mi sono trovato molto bene con OVH (oltre a netsons). Lo uso anche sul lavoro dove i clienti non richiedano i server in Italia, ed è ottimo, specie per il prezzo. > -- Lorenzo Breda
Re: debian 9 scheda rete non rilevata (bug?)
Prova a s Il sab 1 lug 2017, 11:19 marco pirola <mapirol...@gmail.com> ha scritto: > Se non mi funziona la scheda di rete come faccio a fare un apt-get? > Prova a impostare come repos IL CD di installazione. <https://wiki.debian.org/it/SourcesList> -- Lorenzo Breda
Re: usb pendrive con windows
Il sab 10 giu 2017, 21:55 Piviul <piv...@riminilug.it> ha scritto: > Ciao a tutti, ho scaricato la iso di windows 10 dal sito m$ poi l'ho > messa su un pendrive con dd if=path/iso of=/dev/pendrive ma non sembra > essere un pendrive bootable. Come si fa con le immagini iso di windows a > metterle su pendrive? > Se hai una copia di Windows: https://www.microsoft.com/it-it/download/windows-usb-dvd-download-tool Altrimenti: https://github.com/slacka/WinUSB (ma credo ce ne siano altri) -- Lorenzo Breda
Re: OT Fibra telecom
Il giorno ven 9 giu 2017 alle ore 17:34 Mario Vittorio Guenzi < jcl...@tiscali.it> ha scritto: > Mi spiego attualmente al route adsl c'e attaccato un serverino linux che > fa da firewall dns interno dhcp e quant'altro di inutile e non > necessario a casa ma che fa molto figo e a cui non voglio rinunciare, e > che alza una ppp0 per connettersi il router e' completametne trasparente. > Se il router fibra e' connettibile alla stessa maniera io sono a posto > se no devo trovare una gabola. > Grazie e cordiali saluti Posto che "il router telecom" è un concetto fumoso e indistinto (allo stato attuale afaik ne consegnano uno a caso tra tre modelli, e nessuno ti garantisce che domani con un aggiornamento software ti incasinino ciò che fino ad oggi funzionava), e che lo stesso vale per gli altri operatori (a casa ho una ciofeca fastweb che aiuto, in via di sostituzione), finora non c'è mai stato problema a fare quel che dici con nessun modello di router usato finora. Nulla ti vieta, se dovessero far casini, di usare un router tuo. -- Lorenzo Breda
Re: debugging microfono
Il giorno mer 7 giu 2017 alle ore 09:39 Piviul <piv...@riminilug.it> ha scritto: > ho provato sia con il chip della scheda audio che con il modello del > notebook e non ho trovato nulla... ma qualcosa di più specifico? > lspci dice ciò che di più specifico si sa. Prova a dire cosa ti dice. In ogni caso, se non funziona né l'integrato né il jack, difficilmente è un problema hardware. -- Lorenzo Breda
Re: OT: Sito criptato per dati carta di credito ?
Il giorno dom 19 feb 2017 alle ore 20:55 Mattia <temporaneo...@gmail.com> ha scritto: > > Po possiamo osservare che le possibilità che qualcuno sia lì nel mezzo > e sia già attrezzato per modificare il codice della pagina al volo > mentre pac fa il suo pagamento siano realisticamente poche, ma il > sistema rimane comunque insicuro e certamente non adatto al > trattamento di questo tipo di dati. > Inoltre resterebbe ancora più probabile il fatto che la pagina web contenente il form non sia quella che dice di essere, e che mandi il pagamento in maniera sicura a banca sella ma sul conto di qualcun altro :P -- Lorenzo Breda -- Lorenzo Breda
Re: snap (i nuovi pacchetti)
Il giorno lun 20 giu 2016 alle ore 13:19 Paolo Miotto <paolo.mio...@uniud.it> ha scritto: > > Non si tratta di risparmiare spazio su disco, ma mantenere sicuro il > proprio sistema: [...] Lo so bene, ma parlavo dei vantaggi, non degli ovvi svantaggi :P -- Lorenzo Breda
Re: snap (i nuovi pacchetti)
Il giorno lun 20 giu 2016 alle ore 12:51 Giulio Turetta < giu...@sviluppoweb.eu> ha scritto: > Ma di fatto non è già possibile creare pacchetti self-contained? Voglio > dire, se compilo tutto invece di "linkare" le librerie posso > tranquillamente fare un pacchetto senza dipendenze, o sbaglio? > > Insomma... continua a sfuggirmi il senso :-/ > Certamente, ma ora è una cattiva pratica, mentre in quel modo diventa una prassi, e con un metodo abbastanza standard di installazione. Fare un apt con tutto dentro è lo schifo, fare un package che trascini e si esegue è "WOW FIGO" :P Il motivo per cui sono contrario è che si tratta appunto di una cattiva pratica resa prassi. È la stessa logica per cui molti programmi richiedono quantità spropositate di RAM. "Boh, tanto c'è, usiamola". -- Lorenzo Breda