Davide Dozza ha scritto: > Ivo Manavella wrote: > >> Davide Dozza ha scritto: >> >>> Spiegami una cosa, ma se mi compro due auto devo comprarmi anche due >>> garage? >>> >>> >> No ma ci devi mettere la benzina in tutte e due altrimenti se la metti >> solo in una l'altra non va avanti ! >> > > No ragazzi, smettiamola. State facendo confusione. La benzina si > consuma, il software no. Le scarpe si consumano, il software no. > Ok, invece della benzina fai pure il paragone con il volante o con i pedali scegli pure tu. Il paragone con l'auto è viziato dal fatto che non c'è un bene immateriale della stessa importanza nell'auto. > Vogliono farci credere che senza il *loro* sistema operativo il PC non > funziona!!!! > E questo non è vero!!!! > No, è verissimo; il s.o. è un elemento essenziale per un PC, indipendentemente da quale sia. > Infatti posso assemblarmi il mio PC a casa, scegliere il SO che mi pare > ed installarmelo. Fallo pure, ma a te una licenza oem non la vendono (a meno che tu non sia un'azienda), certo puoi installarti Linux, BSD, Minix o altri s.o. liberi o gratuiti. > Perchè se lo faccio io non può farlo anche Toshiba, > Dell, HP, Olidata, ecc. ecc? > Lo fanno, ma tengono conto di quali sono i s.o. installati nei PC e di quanto costa il cambiamento non tanto per gli utenti privati quanto per le aziende (in cui i PC raggiungono anche i 10 anni di vita) che magari hanno sw custo fatti apposta per loro che valgono decine di migliaia di euro. > Per questo la scelta del SO *deve* essere un'opzione scelta dall'utente > e non imposta dal venditore. > E questa opzione ce l'hai, nel senso che puoi comprare o meno un pc di una data marca, puoi assemblarti un pc da te oppure puoi comprare un pc di un'altra marca che ti vende il s.o. che vuoi tu, se tutto questo non basta te lo fai rimborsare. Ti devi lamentare con i produttori di pc non di s.o. Gli accordi commerciali li fanno insieme e penso che un produttore di pc abbia la libertà di farli con chi preferisce. Tanto per capirci, commercialmente il problema di Linux è non avere una distribuzione ufficiale supportata da un'entità economica-aziendale unica. Una volta c'era Red Hat ma "ha mollato" a causa del mancato ritorno commerciale, in sostanza gli utenti Linux hanno beneficiato di Red Hat così come altri gruppi di sviluppo che hanno creato Linux scaricabili liberamente. Forse ora con Ubuntu ci sarà una seconda opportunità "forte" visto chi finanzia il progetto. Sarà un bene per tutti se Ubuntu diventerà LA distribuzione Linux ufficiale (un pò come Unix Sistem V) e se per farlo ogni pacchetto dovesse costare all'utente diciamo 100$ sarebbe un prezzo da pagare di corsa, così forse il monopolio si romperebbe e MS dovrebbe anche calare i prezzi per competere. Vorrei ricordare a tutti che MS sta sviluppando in gran segreto una distribuzione ufficiale di Linux e dall'alto dei loro miliardi, quando uscirà lo farà al momento giusto, se non fosse nata Ubuntu forse sarebbe anche già uscita. > Perchè questo approccio, per cui devo essere io a rifiutare e chiedere > il rimborso, mi mette nella condizione di debolezza e pone *il* > produttore di SO nella condizione di monopolizzare il mercato. > Almeno hai l'opportunità del rimborso... domani mattina MS potrebbe anche decidere che il s.o. lo vende solo in bundle con i PC nuovi e in nessun altro modo (ovvio che sto provocando) visto che Windows è suo potrebbe decidere di venderlo solo così. > >>> Il software non è paragonabile ad un bene materiale perchè i costi di >>> produzione di beni immateriali come il software sono praticamente uguali >>> a zero. >>> >>> >> questo è errato ! sovente la realizzazione del software richiede più >> risorse della produzione di un bene materiale. >> > > Non dico il contrario. Certamente è vero. > Mi sembra di averlo spiegato, ma come al solito non ci siamo capiti. > I costi di produzione sono diversi dai costi di ricerca e sviluppo. > La produzione del software è un'attività dove i costi di produzione per > oggetto (licenza) tendono a zero, cosa che non è vera per le scarpe!!!! > Il costo alla vendita (prezzo privato del margine di guadagno) tiene conto di molte voci. L'usciere che ti accogli in Microsoft così come la telefonista che ti rispone in Sun o in Apple percepiscono uno stipendio ma non incidono sui costi diretti di produzione (sono costi indiretti) ma è il ricavato dai beni prodotti da cui arriva il loro stipendio, quindi nel costo di vendita in qualche modo va considerata una quota anche per i costi indiretti. Se consideri questi, allora comincia a considerare anche quelli di ricerca e sviluppo. > Quello che è sbagliato è di confrontare la licenza software come un > qualsiasi altro bene di consumo. > Non è così. le scarpe si consumano, il software no. le macchine si > rompono, il software no. il software lo puoi duplicare senza costi, le > scarpe no. > Il sw ha un ciclo di produzione così come qualsiasi altro bene materiale che prima deve essere pensato, progettato, realizzato, pubblicizzato ed infine venduto. Il fatto che sia immateriale non vuol dire che attivare questo ciclo di produzione non abbia dei costi. Per tua informazione, il settore industriale a maggior fatturato non è più l'automobile ma il software. > *ATTENZIONE* La mia non è incitazione alla copia illegale del software. > Per duplicazione intendo che tecnicamente duplicare il software *non* > costa nulla o quasi. > > >>> Infatti duplicare un software (produrre un nuovo bene) è come duplicare >>> dei bit, il costo è praticamente nullo. >>> Un'automobile invece il costo di produzione non è trascurabile rispetto >>> al valore del bene. >>> >>> Attenzione: per costo di produzione non intendo la scrittura della prima >>> istanza del software!!! Intendo la copia e la distribuzione del >>> software. >>> Così come il costo di produzione per un paio di scarpe intendo *non* la >>> progettazione del primo paio, ma bensì la produzione, dalla materia >>> prima all'inscatolamento. >>> >>> >> Ma i costi della produzione del primo dove li scarichi ? >> > > Nella ricerca e sviluppo come avviene in tutti i bilanci. > Si ma in termini economici il costo di sviluppo va ripartito sulla quantità di prodotto venduto, in pratica il costo standard di prodotto è fatto in una certa percentuale anche di ricerca e sviluppo. In sostanza, personalmente io non sviluppo nulla se non so a priori di avere la possibilità di riprendermi i costi di sviluppo e guadagnarci. E questo vale sia che sviluppi sw che sviluppi altro come un'automobile o un grattacielo. > >> sarebbe come dire che il primo cd costa 2.000.000 euro e gli altri niente ? >> > > Esatto!!!! > > E' questo il punto. > Se costa 2.000.000 e ne vendi 1000 occorre che ti fai dare almeno 2000 > per ogni vendita. Questo pareggia i costi di r&d ma cis ono anche i costi indiretti... un sacco di stipendi. > Ma se ne vendi 100.000.000 qual'è il razionale per cui > puoi continuare a chiedere 2000 e cacciarti in tasca valangate di miliardi? > E' una regola di mercato, la vecchia cara legge della domanda-offerta. > E' molto semplice, il fatto che non ci sia concorrenza. E cioè che > nessuno riesce ad entrare in quel mercato perchè le barriere di ingresso > sono artificisamente troppo alte (es. grazie ai brevetti sul software o > alla mancanza di interoperabilità). > E' comunque una scelta legittima seppure opinabile, ma gli acquirenti possono fare la differenza. Infatti Microsoft e gli altri produttori di sw non ti chiedono il costo di sviluppo per ogni cd, ma visto che i costi standard di Microsoft li calcola Microsoft noi non possiamo fargli i conti in tasca, possiamo solo dire che pagare 800 € per Office ci sembra esagerato, non lo compriamo e compriamo qualcos'altro. > Io sono convinto che il sistema operativo, così come tutto il software > di base, debba essere considerato alla stregua delle commodity[1]. > Guarda, il problema non sono i PC, tanto per capirci i microprocessori utilizzati nei PC coprono circa il 3% della produzione mondiale annua, gli altri 97% sono embedded, molti di loro hanno un s.o. (anche limitato) e le regole devono valere per tutti i s.o. non solo per quelli dei PC. Il s.o. è un componente essenziale del PC così come il BIOS ed il microprocessore e la memoria. > Non si può fare a meno dell'elettricità o dell'acqua o della materia > prima così come non si può fare a meno del sistema operativo. > E non esiste alcuna regola di mercato per cui ad una commodity sia > permesso a qualcuno di avere un monopolio. L'unico monopolio possibile > in questo caso è dello stato (interesse pubblico). > Ok facciamo sviluppare i s.o. agli stati.... così da domani il numero di incidenti ferroviari ed aerei avrà un'impennata!!! > Spero di avere chiarito la mia idea. > L'hai chiarita certo, personalmente non la condivido. Per chi ancora non lo sa, i grandi progetti open source sono finanziati, un ristretto numero di sviluppatori riceve dei regolari stipendi, la grande maggioranza è "sfruttata" a loro insaputa e fra i finanziatori sono molto presenti dallinizio Sun, Novell, Compuserve, certo non direttamente ma con le loro finanziarie. Una delle ragioni per cui Canonical Ltd è entrata nel mercato Linux è comunque il profitto, mediante supporto tecnico ed assistenza che genera un utile sicuramente superiore. Personalmente io preferirei la formula pago il s.o. ad un prezzo equo e ti dò il supporto gratuito mediante email, chat, blog, wiki e a pagamento al telefono. > Ciao > > Davide > > [1] http://en.wikipedia.org/wiki/Commodity > >
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